Lettere dal fronte: 1-15, 16-29, 30-46, 47-70, 71-94, 95-119, 120-141, 142-163, 164-184, 185-204, 205-222





205. Ottone a Sandra. 20 settembre 1918. Cartolina militare. TP: PM 26 [14a Divisione], 21.9.18.

Zona di Guerra li 20-9-918

Mia cara
Lo crederesti!? questa sera dò di piglio ad una miserabile cartolina, solo per non aver trovato un foglietto di carta! Pare impossibile! quando le buone grazie del tempo lo concederebbe [sic] deve intromettersi qualche maligno diavolo a crearci impacci. Perciò rassegnati fin da ora, che se domani neppure troverò la carta, ti scriverò magari in un fenomenale papiro da... pizzicagnolo, ma vorrò scrivere!
Per questa sera basterà dire che la mia salute è ottima e che il mio pensiero è più da te che da me.[...]


206. Ottone a Sandra. 23 settembre 1918.

Zona di Guerra 23 Settembre 918

Mia Sandra
Una snervante apatia mi tiene da più giorni come in uno stato di sonnolenza tediosa. Vuoto il cervello e l’animo di ogni sensazione, passo da un’attività all’altra senza portarvi uno sprazzo di vivacità, senza trovarvi un conforto. Il mio stato d’animo si potrebbe paragonare a quello d’un povero recluso innocente, che viva mirando un troppo lontano giorno di liberazione - e nell’attesa nulla può commuoverlo, interessarlo.
Eppure il giorno della mia, della nostra liberazione non è lontano; il suo orizzonte s’illumina quasi delle prime luci dell’aurora e sembrerebbe udire i suoni lieti del risveglio festoso. Per tutto è un clamore di vittorie, un ondeggiare di entusiasmi, un’aspirazione alla pace. Alla pace perenne, che riporterà sul mondo il sorriso e la vita. É un miraggio lieto di mille promesse, che si affaccia all’animo turbato dall’attesa, è la parola di conforto, nel frastuono della lotta. Un raggio di sole, insomma, in una natura morta. Ma dileguatosi il miraggio, spenta la voce e la luce, l’animo torna ad immergersi nell’ombra del desiderio vano e tormentoso.
I giorni ànno tutti la fisionomia smorta del tempo senza sole, dell’aria senza fremiti e senza il profumo di un fiore: simile alle ore affannose di una lunga convalescenza. La mente sempre distratta in un pensiero lontano, affogato in una noia vicina, imprime al corpo il suo snervamento. I movimenti son fiacchi: il sorriso scolorito si ghiaccia in parole brevi senza espressione.
V’è un’ora sola del giorno che conosce tutte le ebbrezze del vivere più bello: che ritrova gli slanci giulivi e le speranze più folli. In quell’ora di oblio la tua figura domina ogni pensiero, la tua parola soffoca ogni altra voce. Io mi ritrovo nella tua intimità con quell’abbandono che trascina irresistibilmente, che solleva l’animo ad altezze sublimi, nell’amore degli angeli, nel regno della felicità.
Sono le tue lettere questo conforto grande! Ma i giorni scorsi la tua parola fu breve, breve. Il chiacchierio vivace nascondeva una preoccupazione, che forse io stesso alimentavo, senza volerlo, con la mia ripugnanza alle brevissime cartoline.
Cercherò di vincermi e di vincere questa apatia, ma tu stai tranquilla che l’aria degli alti piani anziché farmi male mi aguzza l’appetito ch’è... un piacere. La salute quindi è ottima. Il buon umore ritornerà senza dubbio, specie se le tue carissime si faranno più lunghette [...].


207. Ottone a Sandra. 12 ottobre 1918.

(Vicenza) Anconetta 12-10-918

Mia carissima Sandra
Avrei voluto scrivere ieri, ma la debolezza mi consigliò andarmene a riposo e non mi feci pregare. Però fui agitato dal pensiero della tua attesa e avrei volontieri fatto qualsiasi cosa per rassicurarti, ma ero già troppo preso dallo sfinimento. Oggi invece mi sento benissimo. Ò mangiato con ottimo appetito e mi trovo in dosso tanta energia che affronterei il viaggio fino a Roma, se mi fosse concesso. [1]
Purtroppo questo non sarà che fra un paio di mesi, o forse... dopo guerra. Si capisce: dopo guerra! Non vedi dunque come precipitano gli avvenimenti? sembra che la sospirata pace debba proprio giungere, questa volta, e con tutti gli onori della più brillante vittoria.
Cominciasse finalmente la tanto attesa era di tranquillità e di libertà! Vorrò darmi a tanta bella attività, da conquistare il mondo, meglio di un Napoleone.
Ma intanto che fantastico mi dimentico di chiederti tue notizie e dimentico lo stesso mio affanno dei giorni scorsi per essere restato tanto a lungo senza un tuo scritto. Lo sai che da ben 13 giorni non ò più tue lettere né cartoline? Per quanto mi sia già preparato a questa privazione, vi son momenti che immagino le cose più nere! e da questo stesso almanaccare mi viene un turbamento per quello che avrai provato tu nell’attesa vana di lunghi giorni. Lo so troppo bene di essere stato poco attivo, ma la febbre mi rodeva il sangue e i muscoli togliendomi ogni forza. O` perduto in quei giorni anche la cognizione del tempo.
Rallegriamoci che tutto è passato oggi e che le forze ritornano rapidamente. Vorrai sapere che cosa fu la malattia!? ma, veramente, poco ci ò capito anch’io. Dev’essere stata un po’ d’influenza e una mezza bronchite. Dico mezza, perché se n’è andata svelta, svelta, senza lasciare traccia. Ora mi trovo in un convalescenziario, ove mi tratterrò cinque o sei giorni. Forse non farò in tempo a ricevervi tua posta che una volta sola, perciò scrivi subito subito una sola lettera al seguente indirizzo: O.C. s.m. Convalescenziario della 6a Armata. 1a Compagnia (Vicenza) Anconetta
Saluti affettuosissimi Ottone


208. Ottone a Sandra. 13 ottobre 1918. Cartolina militare. TP: PM 21, 15.10.18

Anconetta 13-10-918

Mia cara
Anche oggi un saluto affettuosissimo e breve breve come un pensiero fuggevole eppure... tutto me stesso è là nel bel trionfo di luce e di sole della meravigliosa Roma. Sono occupatissimo... a riacquistare le forze. Un riposo continuo veramente salutare. Peccato che l’acqua ci perseguiti costantemente!
Saluti affettuosissimi Ottone
Attendo con ansia di avere tue preziosissime. Saluti a tutti.


209. Ottone a Sandra. 15 ottobre 1918. Cartolina militare. TP: PM 21, 17.10.18.

Anconetta 15 Ottobre 918

Mia cara
Qualche giorno ancora, poi partenza per la batteria. La salute va ottimamente, ma notizie niente da nessuno! Spero ricevere domani o dopo l’attesa tua lettera. Ti saluto affettuosissimamente e saluto tutti i tuoi. Aff.mo Ottone


210. Ottone a Sandra. 16 ottobre 1918. Cartolina militare. TP: PM 21, 17.10.18.

Anconetta 16-10-918

Mia cara
La salute è ottima. Si attende con fiducia ed orgoglio l’epilogo delle meravigliose notizie che giungono giornalmente. Il cuore mi dice che ben presto ci rivedremo per sempre. Sono sempre in attesa della tua carissima. Saluti affettuosissimi Ottone


211. Ottone a Sandra. 18 ottobre 1918. Cartolina militare. TP: PM 21, 20.10.18.

Anconetta 18-10-918

Mia cara
L’attesa vana di quella tua lettera che mi attendevo qua mi rende un po’ nervoso. Dopo venti lunghi giorni di mancanza assoluta di ogni notizia è naturale non sentirsi più tanto tranquillo.
La privazione era preveduta ma per questo non meno crudele. Ò uno scontento tale che mi toglie la possibilità di scrivere a lungo. Anche questa mia svogliatezza mi fa più scontento. Per fortuna fra due o tre giorni sarò nuovamente in batteria e spero allora leggere un bel numero di tue lettere. Ti raccomando scrivimi ora in batteria in modo che possa trovare tue lettere al mio ritorno. La salute è ottima. Ti saluto con affetto grandissimo Ottone


212. Ottone a Sandra. 19 ottobre 1918. Cartolina militare. TP: PM 21, 20.10.18.

Anconetta 19-10-918

Mia cara
Domani ritorno in batteria. Attenderò ancora questa sera l’inarrivabile tua e se mancherà ancora dovrò deporre ogni speranza di averla. Ti prego di scrivermi subito in batteria! La salute va sempre ottimamente e potrei godere anche di una discreta tranquillità se non fossi privo di qualsiasi notizia dei cari.
Speriamo di rivederci quanto prima e per sempre. Saluti affettuosissimi Ottone


213. Ottone a Sandra. 19 ottobre 1918.

Anconetta 19-10-918

Povera la mia bambolina cara!
Avevo dunque ragione di nutrire i neri presentimenti! Il cuore me lo diceva che qualche temporale si scatenava sui miei cari.[2] [...]
Il destino che ci à uniti per la felicità questa volta ci à piegati contemporaneamente sotto uno stesso male. E ci colpisce anche con l’angoscia di un lutto straziante. Mia cara io non oso credere a quanto mi ài detto! [...]
La tua lettera mi è giunta poco fa in una commozione di gioia che si cangiò in tanto dolore. Ma tu pure sei salva e io ritorno fiducioso a ringraziare la nostra buona stella che ci à voluto trarre da una prova tanto crudele. Ti ò scritto i giorni scorsi qualche cartolina raccomandandoti di scrivermi spesso. Ora te lo proibisco, sai! mi darai solo tue notizie brevissime, ma giornalmente. Te ne prego non mancare. Fai scrivere magari da Egle. Tu non devi affaticarti e sopra tutto mi raccomando molto riposo. Non commettere imprudenze, ché le ricadute sono terribili. Stai molto in letto senza farti infiacchire da questo ed esagera in precauzioni! [...]
Di me stai assolutamente tranquilla, che la mia salute non potrebbe essere migliore. Domani partirò per la batteria e non potrò quindi che inviarti un saluto breve breve, restando probabilmente un paio di giorni in viaggio. Appena in batteria ti scriverò nuovamente a lungo per farti contenta e perché tu guarisca presto presto. Ora ti saluto con un trasporto d’affetto così grande che non à l’uguale Ottone tuo tuo.
Sorridi che la pace è vicinissima.


214. Ottone a Sandra. 21 ottobre 1918.

[Località cancellata. Si legge la T iniziale: forse Thiene] li 21-10-918

Mia Sandrinella
Sono giunto stamani alla vecchia posizione e non ò trovato più nessuno, sicché, dietrofront! Ora mi trovo di passaggio a [parola cancellata], per ignota destinazione. Mi è compagno un vecchio amico di fureria, un napoletano di quelli che “mille ne combinano e una ne pensano”, un rompicollo, insomma. Immagino quindi che questi giorni che dovremo stare in viaggio non li passeremo malinconicamente. È sempre una gran soddisfazione avere in viaggio una buona compagnia.
Appena giunto cercherò d’informarti della posizione, però non te lo prometto, perché la censura in questi tempi è severissima e non è senza responsabilità gravi l’invio di indicazioni di quel genere, in momenti speciali. Ti dirò ad ogni modo le impressioni della nuova località e cercherò parlarti delle mie occupazioni, che immagino però molto lievi, dato che intendo riposarmi per qualche giorno, prima di riprendere tutta l’attività di una volta. Questo non perché sia debole, ma per quel senso naturale di pigrizia che il letto e il riposo del convalescenziario mi ànno lasciato. La salute va ottimamente, specie ora, che uscito fuori da quel deserto di Anconetta, ò la possibilità di mangiare. Immagina che ieri sera, che per la prima volta ò potuto sedermi a tavola ò mangiato e bevuto tanto che avrei potuto starne bene per tre giorni.
Un buon letto mi attendeva e questa mattina mi son svegliato forte come un leone. Tu come stai?
E pensare che proprio ora dovrò restar privo di tue notizie! Seguita però a mandarne ugualmente, che potrei ritrovar la batteria prima che non pensi. [...]


215. Ottone a Sandra. 23 ottobre 1918. Cartolina militare. TP: PM 26 [14a Divisione], 24.10.18.

Z. di G. 23-10-918

Mia cara
Dopo non pochi giri abbiamo trovato il nostro reparto... alla vecchia posizione, da dove si era allontanato e poi subito vi ritornava. La sorpresa fu graditissima per molte ragioni. Ho finalmente potuto leggere un bel numero di tue lettere e fra esse quella ultima del 18 corr. La mia salute ottima. Dammi tue notizie. Saluti affettuosissimi. Ottone


216. Ottone a Sandra. 25 ottobre 1918.

Zona di Guerra 25-10-918

[...] Anche la mia salute è ottima. E ciò mi permette di partecipare con tutto l’entusiasmo a quelle azioni che daranno il tracollo al nemico, conducendoci finalmente quella sospirata pace vittoriosa, che ci sembra di aver meritato.
Mia cara perdonami se son costretto a tralasciare prima del solito, ma le vicende di questa povera lettera sono tali che dopo infinite interruzioni posso terminarla solo pochi minuti prima della partenza del postino. Ti saluto affettuosamente augurandoti tutto il bene possibile tuo Ottone
Saluta i tuoi, gli amici e parenti.


217. Ottone a Sandra. 27 ottobre 1918.

Zona di Guerra 27-10-918

Mia cara Sandrina
Il tempo influisce maledettamente sul mio morale e un po’ sul mio fisico. La notte scorsa una forte nevralgia non mi fece dormire che pochissime ore e stamattina, sebbene abbia compensato con un lungo riposo il sonno perduto, pure l’umore si è mantenuto del colore del tempo. Bisbetico e piagnucoloso!
Ti assicuro mia cara che il desiderio di ritornare assume oggi una forma cosi tormentosa, che gl’istanti sembrano secoli e lo stesso approssimarsi della sospirata pace sembra uno scherzo cinico, un’ironia beffarda!
Se sapessi che la tua salute sia in via celere di miglioramento, sarei un po’ confortato, ma invece proprio ora la posta mi giuoca degli scherzi birbanti.
Anche stasera non ò avuto tue nuove! Certamente domani mi giungeranno due cartoline, ma intanto oggi sono di un umore...! Ti raccomando scrivimi sempre, ma solo cartoline! Non voglio lettere fino a quando sarai completamente ristabilita.
Ò ricevute le tre fotografie della famosa gita di Tivoli. Dirò che mi son piaciute... per il ricordo di un giorno lieto e perché ti raffigura[no] nel gaio aspetto di una volta, dandomi l’illusione che tu goda sempre della salute florida d’allora...
Comunque è inutile rattristarsi troppo. Il peggio è già passato ed ora non dobbiamo avere altra preoccupazione che di riprendere il vigore antico.
Cerca almeno tu di conservare un umore lieto, che ti sia utile e sia di conforto a me.
Pensa che il giorno dell’arrivederci si avvicina sempre più e se la nostra buona sorte ci sarà ancora propizia, torneremo alla gioia, alla pace ben presto.
Assicurati del mio affetto immenso e ricordati che esso vive con te costantemente. Dammi tue nuove e porgi i miei saluti a tutti di casa.
Con tutto l’affetto Ottone tuo


218. Ottone a Sandra. 28 ottobre 1918.

Z. di G. li 28-10-918

Mia Sandrina
Sembrerebbe un giuoco... uno scherzo di cattivo genere che il tempo, ed il destino avverso ci combina da qualche giorno. Ora è la mia tristezza, ora la tua che viene a portarci via quel poco di serenità che ci rimane in questi giorni calamitosi.
Ieri sera la mia lettera ed oggi la tua. Ò trovato legittimo il tuo cordoglio, ma non mi sembra che si debba per questo scoraggiarsi e procurarsi degli allarmi eccessivi. In quattro anni di questa vita tormentosa di guerra mi son trovato in condizioni così tragiche ed ò attraversato periodi così critici, che avevo allora la convinzione di non poter sopportare. Eppure tutto passò e oggi appena ne resta un pallido ricordo. La vita normale non à nulla di diverso da quella di guerra, all’infuori del ritmo un po’ più lento. Si attraversano momenti tormentosi di apprensioni e ci sembra che tutto il mondo debba crollare, poi il sereno ritorna improvviso e più splendente di prima.
Non accasciarti quindi sotto il peso brusco delle tristi novità che si presentano in tua casa; pensa che tutti soffrono in questo momento, ma molto di più si soffre per l’impressione sinistra che comunichiamo al nostro animo con macabre fantasticherie e con paure esagerate. Cerca perciò di farti forza e sappi renderti conto che non tutto il triste è tragico: e che un solo soffio di nuovi avvenimenti può cambiare istantaneamente l’andamento delle cose.
Comprendo [cio]nonostante troppo bene la tua afflizione, e ne partecipo vivamente. Ti prego anzi di non costringerti con me ad un sorriso forzato e cerca di fare i tuoi sfoghi apertamente, che troverai in me quella corrispondenza di sentimenti e quell’appoggio morale che possono riuscirti utili.
La mia salute è ottima.
Dammi costantemente notizie tue e dei tuoi ai quali farai gli auguri migliori
A te tutto l’affetto grande del tuo Ottone


219. Ottone a Sandra. 30 ottobre 1918.

Zona di Guerra li 30-10-918

Mia carissima
Oggi è il secondo giorno che resto privo di tue notizie! Cerco mantenermi tranquillo dando tutta la colpa ad un ritardo postale, ma il cervello va divagando inquieto in tristi fantasticherie. Non riesco a trovare una ragione plausibile e non so accettare nessuna delle nere previsioni che l’animo turbato mi suggerisce!
Il pensiero che [cancellato] il desiderio di scrivere una lettera, mentre le tue forze e le tue occupazioni non lo abbino permesso, si va facendo strada in me, perciò torno nuovamente a scongiurarti di non inviarmi che brevi notizie in cartolina chiusa.
Sarà per me ugualmente un grande conforto! ma per amor del Cielo, non lasciarmi senza tuoi scritti, nemmeno un giorno! Quando i tempi cambieranno e la tranquillità sarà ritornata in tutti riprenderemo il conversare lieto, oggi basterà essere reciprocamente tranquilli di noi e dei nostri cari.
Io immagino che le notizie, che questi giorni vanno pubblicando i giornali, possa [sic] tenerti in pensiero per me: mi affretto perciò a rassicurarti, che da noi vi è relativa tranquillità, specialmente nella nostra posizione, che il caso volle privilegiare di una calma assoluta.
Anche le mie condizioni di salute si mantengono ottime, sebbene riconosca che anche a me non dispiacerebbe un po’ di bel sole... precisamente come lo abbiamo da due o tre giorni. Peccato che non potrà mantenersi un tempo cosi bello! Ad ogni modo la nostra speranza grande è che l’inverno non si passerà su queste montagne e ciò sarà non poco beneficio per il nostro fisico.
Credo che anche tu attingerai nuove forze alle migliori speranze dalla gran massa di buone notizie che giungono da tutti i fronti.
Noi viviamo in un’attesa febbrile!
Auguriamoci bene e bene avremo!
Dammi notizie della buona Egle e di tutti di casa. A te un saluto affettuosissimo dal tuo Ottone


220. Ottone a Sandra. 1 novembre 1918.

[...] Giacché siamo in tema, ripeterò che la mia salute si mantiene ottima ed il morale ottimissimo. Imagina che oggi abbiamo veduto passare tanti prigionieri dalle nostre posizioni, come nelle più fortunate epoche delle battaglie sull’Isonzo. L’affluire è cominciato con le prime ore del mattino e fino a notte durava ancora. Sul nostro fronte si dice che gli austriaci abbiano arretrato circa 8 km! e pensa che è tutta montagna! La nostra artiglieria, dicono loro, li ànno [sic] costretti per quattro giorni senza comunicazioni, né rifornimenti. Fanno pietà, come son mal ridotti! Però prima di allontanarsi ànno voluto farsi sentire; difatti fecero un concentramento di fuoco sulle nostre posizioni che ci tenne in angustie per qualche tempo (specie per la vicinanza di forti depositi di polvere). Dopo questa ultima manifestazione non si son fatti più vivi ed il bombardamento si allontana. Noi aspettiamo da un momento all’altro ordine di partenza e siamo impazienti di muoverci verso e al di là dei confini! In alto i cuori!
Ti saluto con affetto immenso Ottone


221. Ottone a Sandra. 2 novembre 1918. Cartolina militare. TP: PM 26 [14a Divisione], 3.11.18.

Zona di Guerra li 2-11-918

Mia cara
... Giornata di grandi emozioni!
È in me un contento che non à limiti! Quale anniversario! Le nostre speranze più liete sono prossime alla più completa realizzazione. Speriamo ora che, a complemento di tanto begli avvenimenti, ritorni la salute e la tranquillità in tutti i nostri cari.
Augurandoti ogni bene, ti saluto affettuosissimamente tuo Ottone
Saluti a tutti di casa.


222. Ottone a Sandra. 3 novembre 1918.

Zona di guerra li 3-11-918

Mia Sandrina cara
Abbiamo vissuto e viviamo ore indimenticabili! Gl’interminabili clamori dell’aspra lotta sono andati allontanandosi man mano col frastuono di migliaia di carriaggi e batterie in movimento. L’affollamento di colonne di prigionieri è perdurato sempre, portando continuamente nuove sensazionali informazioni.
È stato un incrociarsi ininterrotto di domande ansiose e risposte affrettate, accolte da esplosioni di gioia. I cannoni rimasti tacevano non potendo più [rag]giungere il fronte che si allontana precipitosamente. La zona si è fatta deserta ed il silenzio à premuto sui nostri orecchi come a notte alta. É in tutti un senso di stupefazione, di attesa impaziente, appena frenata dalla solennità misteriosa degli avvenimenti che incalzano.
Si sente che qualche cosa di sempre più grandioso deve succedere, che l’inaspettato, da un momento a l’altro, provocherà l’esplosione di entusiasmi irrefrenabili!
E questa sera... proprio mentre scrivo uno spettacolo immenso di gioia e di spavento (come si conviene alla solennità tragica del momento) fa tremare i nostri cuori.
Le nuvole basse e nere della notte si sono improvvisamente infiammate di mille vampe, in un sinistro bagliore unico: e grida festose, suoni, fracassi altissimi percuotono l’aria fino alla più profonde lontananze!
Ò subito nuovamente il fascino della spaventosa notte dell’infausto 27 dello scorso anno, quando tutta la terra sembrava divampare per mille incendi in una unica mostruosa fiammata. Ma questa volta è la notizia della vittoria, completa, schiacciante! Dell’armistizio vergognoso firmato dalla perversa Austria, che dà vampe e fremiti alla terra degli eroi! Su Trento e Trieste sventola la bandiera Italiana issatavi dal valore Italiano!
Abbiamo schiacciato il mostruoso nemico!
Abbiamo conquistato la più vittoriosa pace!
Arrivederci ben presto, mia cara, vado nuovamente ad immergermi nelle fiamme di gioia!
Ricevi un mondo di affetto. Tuo Ottone
Saluti a tutti di casa. Datemi vostre nuove.


223. Ottone a Sandra. 5 novembre 1918. Cartolina militare. TP: PM 26 [14a Divisione], 5.11.18.

Z. di Pace [3] 5-11-918

Mia carissima
Nell’esultanza dell’apoteosi rivolgo a voi tutti il pensiero commosso, con la certezza che la gioia del mondo abbia portato a voi la gioia che aspettiamo ansiosamente.
Con tutto l’affetto Ottone


224. Ottone a Sandra. 8 novembre 1918.

Z. di... P. 8-11-918

Sandrinella mia
La preoccupazione che mi à tenuto per tre giorni è oggi finalmente svanita per incanto al giungere della carissima tua. Non senza meraviglia e rincrescimento ò letto che tu pure sei restata tre giorni senza mie notizie, mentre ò sempre scritto, giornalmente. Vorrà dire che la signora posta si compiacerà almeno consegnarti le mie lettere a due a due! In quanto all’inseguimento che tu ài pensato, non fu necessario! C’erano già forze sufficienti, che se ne incaricavano: noi avemmo l’incarico di demolire una batteria nemica e per tre giorni i nostri quattro pezzi non ànno fatto altro che vomitare centinaia di granate su quella malcapitata.
Immagina come si saranno trovati quegli artiglieri! Ti giuro che in queste tre giornate ò vendicato tutte le agonie che ò sofferto in passato. E quello che dico della nostra batteria si può dire ugualmente di tutte le altre. Chi à veduto il campo di battaglia è concorde nel dichiarare che il lavoro delle artiglieria nostre, questa volta, è stato veramente spaventoso e mirabile insieme. Da per tutto una distruzione, uno sconvolgimento profondo, irresistibile! E la distruzione progredì con l’avanzata, diminuendo col diminuire della resistenza.
Insomma l’opera del cannone fu perfetta e la vittoria è anche una glorificazione dell’artiglieria italiana.
L’ebbrezza del trionfo è durata nei soldati molti giorni, ed ancora non è spenta del tutto. Canti allegri di truppe in marcia si odono di continuo tutto il giorno. Tutti sembriamo ringiovaniti. Il fervore di attività cresce in tutti col crescere della speranza della liberazione. Ma l’attività di oggi è tutta attività di pace! Tutti sono impiegati per lo sgombero delle munizioni e del materiale. C’è in ogni strada, in ogni sentiero, in ogni prato quella attività vivace, che si osserva dopo la fine di spettacoli pubblici, quando vengono smontate le armature e gli apparati di gala. E` in tutti la soddisfazione della gioia gustata e il desiderio di un riposo tranquillo, ristoratore!
E questo attendiamo anche noi!
[..] La mia salute è ottima e l’affetto mio per la mia Sandraccia immenso. Ottone. Saluti a tutti di casa.


225. Ottone a Sandra. 10 novembre 1918.

Z. di... P. 10-11-918

Mia Sandraccia
Finalmente le carissime tue cominciano a giungermi con una certa regolarità e quel ch’è più, animate di un certo brio, che ridanno al mio animo, già tanto turbato, la gioia del vivere e del sognare.
Oggi, che tutto il mondo è in giubilo, sarebbe stato veramente incomprensibile crudeltà del fato mantenere nelle nostre case il dolore, le sofferenze.
Tutto oggi si ridesta a nuova vita, tutto esulta e si trasforma. Ciò che ieri era appassito e smorto, rifiorisce in una gioia di colori. Ciò che sembrava nebuloso ed incerto, sfavilla di luce radiosa.
E noi, che nelle ore tristi avemmo pure sogni meravigliosi di felicità e sapemmo strappare dai silenzi tormentati delle notti di guerra le voci sperdute dei nostri affetti tenaci, oggi dilagheremo, nei limpidi e quieti orizzonti di pace, tutta la foga dei nostri sentimenti.
Grideremo al mondo che i nostri sogni non erano deliranti visioni di folli e che la nostra fede fu più forte della morte e vinse la morte!
E il mondo dovrà avere per noi solo sorrisi. Aprirà i suoi giardini e le sue meravigliose ville, per offrirci una reggia degna! E la più bella dimora sarà nostra! Avrà le pareti di ovatta, il pavimento di ovatta e per tetto... molte fronde e il cielo:... un nido! [...]





185-204 * inizio pagina


[1] Colpito dalla spagnola alla fine di settembre, Ottone era stato ricoverato prima all’ospedale di guerra n° 21 della C.R.I. (da dove aveva inviato a Sandra alcune cartoline) poi al convalescenziario di Anconetta (Vicenza).

[2] Sandra aveva la spagnola e una sua sorellina ne era morta. Qualche giorno più tardi, durante la faticosa convalescenza di Sandra, la spagnola colpì anche gli altri membri della famiglia destando grande apprensione in Ottone (cfr. per esempio n. 218).

[3] La P di Pace è il risultato di un’elaborata metamorfosi della consueta G.




185-204 * inizio pagina



Ottone Costantini
Lettere dal fronte


Indice

Francesco Cataluccio
Prefazione

Claudio Costantini
Un contabile alla guerra

Note e avvertenze

*

Il primo fronte
1-15   16-29  30-46

Da Asiago alla Bainsizza
47-70   71-94
95-119   120-141


L'ultimo anno
142-163   164-184
185-204   205-222


*

Album di guerra


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