Fogli sciolti




D. - Mezzo foglio di quaderno a righe, cm 20,4 x 14,7, scritto, per mano di Romola Gallo, sul recto e sul verso.

[recto]

115
Pasta colle acciughe

Un chilo spaghetti 14 acciughe tritate alquanto ponetele al fuoco con olio in abbondanza una presa di pepe. Non fatele bollire, ma quando cominciano a scaldarsi aggiungete burro un poco di sugo di pomodoro e levatelo. Condite gli spaghetti cotti in acqua poco salata procurando che restino duretti.

[verso]

116
Ricetta carne in umido

Rosolata la carne si mette carota, prezzemolo, cipolla, poi si aggiunge un [1] cucchiaio farina sciolta nel [2] l’acqua e poi si aggiunge a poco a poco un po’ di latte lasciando la bagna necessaria per servirla.

117
Semolino dolce

160 grammi semola, un litro di latte; cotta un quarto d’ora con sei cucchiai zucchero, si ritira dal fuoco e si aggiunge 6 rossi d’uovo insieme a due albumi sbattuti.
25 grammi uva secca e un po’ di cedro.



E. - Mezzo foglio di quaderno a righe, identico al precedente, scritto, per mano di Romola Gallo, solo sul verso.

118
Uccelletti alla Milanese

Tagliare a fette mezzo chilo di vitello, pestarne i ritagli insieme a del prosciutto, lingua, prezzemolo, un uovo e formaggio.
Involgere questo composto nelle fette di vitello e condire con sale e pepe. Chiudere gli involti e cuocerli in una teglia a fuoco lento con burro e qualche foglia di salvia.



F. - Mezzo foglio di quaderno a righe, identico al precedente, scritto, per mano di Romola Gallo, solo sul verso.

[recto]

119
Dolce Bolognese

Dosi: 1 etto ricotta romana, 1 rosso d’uovo, 1 cucchiaio zucchero, corteccia limone grattugiata
Con tutti questi ingredienti si fa un impasto. Si fodera lo stampo unto di burro con pane di Spagna, o biscotti savoiardi, tagliati a fettine bagnate nel rosolio. Si mette metà del composto, già preparato; poi qualche fetta di pane di Spagna per la separazione, indi il resto del composto. Si può colorare col cacao, o ciocolatto, dopo aver coperto coi biscotti, ecc. Si lascia in forma *2 ore*[3] circa al fresco.
Per ogni 4 etti di ricotta, si può aggiungere *un bianco*[4] d’uovo.

120
Torta di riso
[5]

Dosi: 1 litro di latte, 90 g.mi riso, buccia limone tritata, zucchero a piacere, mandorle dolci 1 oncia, 1 oncia cedro candito.*3 uova intere ogni litro di latte.*[6]
Si fa cuocere il riso nel latte, finché non sia tutto asciugato, rimestando sempre perché non attacchi. Si pestano mandorle e cedro fino, fino. Questi ingredienti e le uova un po’ sbattute, si unisce al riso quando è freddo: aggiungere un po’ di liquore a piacere. Si unge di burro la tortiera, si mette in forno, spolverizzando con zucchero vanigliato.

[verso]

121
Dolce di [pane e] frutta

Si cuoce la frutta con zucchero a piacere e poca acqua. Si prende del pane, tagliato a fettine sottili, si mette a mollo nel latte.[7] Si prepara uno stampo con zucchero bruciato, si fascia col [8] pane, levato dal latte e sgocciolato per bene; indi si mette la frutta, si copre col pane e si cuoce a bagno-maria

122
Per conservare le uova

Prendere un Cg di bianco, quello che si dà ai muri, metterlo nell’acqua alla sera e lasciarlo sino al mattino, aggiungere altra acqua, mischiare e passare [9] perché rimanga ben liquido. Mettere le uova in recipiente di latta, [coprire] con [10] questo liquido in modo che restino ben coperte. Durano per mesi e mesi. Questa dose serve per 200 uova.

123
[Pastine di famiglia]

Le pastine di famiglia si possono formare colla pasta a pezzetti dando la forma che si vuole; si prende un pezzetto di pasta e si formano ferri da cavallo, biscottini, esse, ecc. Si bagnano nell’acqua vite, si toccano nello zucchero tritato, o mandorle tritate. Nella teglia si mettono staccati un po’ l’uno dall’altro perché [11] gonfiano e così non si attaccano.

la stessa nella lettera [12]



G. - Mezzo foglio di cm 18,5x13,7 scritto, per mano di Romola, solo sul recto.

124
Torta di fecola

3 etti zucchero, 12 rossi d’uovo, 1 cucchiaio zucchero vanigliato, gram 150 fecola, 1 limone fresco (il sugo).
Sbattere molto i rossi con lo zucchero; montare a fiocca i bianchi ed unirli ai rossi dopo avervi amalgamata bene la fecola ed il succo del limone.



H. - Foglio piegato in due carte di cm 18,7x12,9 scritto, per mano di Romola, solo sulla prima carta

[recto]

125
Torta imitazione 200 stelle (Motta)

Farina finissima etti 4. Burro [etti]1. Zucchero [etti]3. Uova 3. Cremor di tartaro gram 15. Bicarbonato [gram] 5. 1 bicchiere di latte ovvero 3 o 4 cucchiaiate. 1 limone freschissimo. 1 cucchiaio di zucchero vanigliato
Sciogliere il burro a bagno-maria ed ancora tepido lavorarlo bene con i rossi d’uovo e lo zucchero; aggiungere a poco per volta la farina ammorbidendo la pasta con qualche cucchiaiata di latte; unirvi [verso] la raschiatura del limone e lo zucchero vanigliato; in ultimo i chiari d’uovo montati a fiocca e le polveri; rimescolate bene e ponete nella teglia unta di burro.
Nell’aggiungere il latte tener presente che la pasta deve restar dura in modo che con i chiari d’uova montati non resti troppo liquida. Non sarà male, prima dei chiari d’uovo, tagliare sottilissimo un po’ di cedro candito (circa 25 grammi) che darà sapore alla torta.



I. - Mezzo foglio di cm 22×14,1 scritto, per mano di Romola, solo sul recto. Le due ricette risultano scritte in tempi diversi e con inchiostri diversi.

[recto]

126
Torta vergine ubbriaca

Tre rossi d’uovo e 3 cucchiai zucchero ben mescolati assieme, sei cucchiai di pane grattugiato,[13] un cucchiaino di polvere di lievito, le chiare a neve. Si versa il tutto in una tortiera unta con burro e polverizzata con semolino e si passa al forno. Nel frattempo si fa, a parte, bollire mezzo litro di vino bianco o nero con zucchero e cortec[c]ia di limone e si versa sulla torta, che sarà tolta dal forno e posta in piatto piuttosto fondo per contenere il liquido.

127
Bodino di mandorle perline

Quattro rossi d’uovo ben mescolati con grammi 100 di mandorle perline (inzuccherate), gram. 50 cedrini, 50 cioccolatto, il tutto ridotto quasi in polvere. Vi si aggiungono a poco a poco 3 bicchieri di latte e zucchero a piacere. Per ultimo si aggiungono le chiare a neve, si mescola bene e si versa il tutto nella forma di bodino, già unta con burro e polverizzata con zucchero. Si cuoce al forno o a bagnomaria.



L. - Foglio piegato in due carte di cm 18,6×13,6 scritto, per mano di Romola, solo sulla prima carta.

[recto]

128
Sciroppo di amarene

Dopo tolto il gambo alle amarene ponetele in recipiente di terra schiacciandole fortemente con le mani e lasciandole fermentare per 24 ore; prendete poi un tovagliolo prima bagnato nell’acqua e spremete bene le amarene per estrarne tutto il sugo; pestate in un mortaio diversi noccioli delle amarene stesse che unirete al sugo facendole bollire per qualche minuto in casseruola di rame; passate questo sugo in sacchetto di lana pure bagnato prima nell’acqua e passato che sia pesate il sugo e regolatevi in modo che per ogni chilo di sugo occorre mettere 2 chili di zucchero. Fate dare 5 o 6 bollori, sempre nel rame, [verso] e freddo che sia riempitene bottiglie bene asciutte che tapperete a macchina. Questo sciroppo può durare 2 o 3 anni.



M. - Mezzo foglio a quadretti di cm 21×13,7 scritto, per mano di Romola, sul recto e sul verso.

[recto]

129
Dolce Roma
[14]

Scegliete mele di qualità fine, non troppo mature e di media grossezza. Pesatene 600 grammi, che non potranno essere più di 5 o 6, levate loro il torsolo col can[n]ello di latta e sbucciatele. Poi mettetele a cuocere con due decilitri di vino bianco e grammi 130 di zucchero, avvertendo che non si rompano bollendo e voltandole, e che non passino troppo la cottura.
Levatele asciutte, collocatele col foro verticale in un vaso decente da potersi portare in tavola e che regga al fuoco, e versatevi sopra una crema fatta con:
Latte, decilitri N 4. Rossi d’uovo N 3. Zucchero gr. 70.[verso] Farina gr.20. Odore di zucchero vanigliato.
Ora montate con la frusta le tre chiare rimaste, quando saranno ben sode uniteci gr. 20 di zucchero a velo e con queste coprite la crema; indi ponete il dolce nel forno [15] e servitelo appena rosolato, caldo.



N. - Mezzo foglio di cm 18,1×11 scritto, per mano di Romola, sul recto e sul verso.

[recto]

130
Modo per fare la quagliata

Si mette in un recipiente la quantità di latte che si desidera. Quindi si scioglie in pochissima acqua, se tiepida meglio, il così detto prescì, nella quantità della grossezza dei ceci per 2 litri di latte. Sciolto che sia, si getta nel latte, avvertendo però di mescolare il tutto per un po’ di tempo. Si lascia, se in estate, tranquillo per 2 giorni, alla sera del secondo giorno si fanno due tagli affinché ne esca bene il siero ed al terzo giorno si pone questo latte coagolato a sgocciolare in un mestolo [verso] forato o in una salvietta. D’inverno occorrono invece di tre, quattro giorni. Se si volesse poi adoperare la quagliata per più giorni, sgocciolata che sia, si dà del sale. Per farla poi durare in inverno, dopo che si è dato il sale, si pone in un recipiente e si copre d’olio.



O. - Mezzo foglio a quadretti piegato in due carte (a,b) di cm 15,5×10,5, scritto per mano, credo, di Romola.

[a, recto]

131
Vino

Per 25 litri d’acqua: 2 Cg di uvetta o zebibbo, 1 Cg zucchero biondo, 20 centesimi d’orzo, 30 cen.mi acido tartarico.
L’uvetta si pesta bene e lo zucchero si fa brustolire in casseruola. Chi vuole può aggiungere un po’ di pasta di tamarindo.
Si mette tutto in fusione per 10 giorni, si filtra.
Volendo si può dare un bollo all’orzo prima di metterlo in fusione con gli altri ingredienti.

132
Vino (altra ricetta)

Uva Cg 1, orzo g.mi 100, acido tartarico gr.mi 20. Il tutto in 3 litri d’acqua per 36 ore. L’acqua tutta bollita. Dopo si aggiunge il rimanente dell’acqua [16] si mescola e [a, verso] si aggiunge g.mi 500 di zucchero grasso.
Si lascia in fusione per 10 giorni. Per renderlo migliore quando il vino è fatto si mette un fiasco di vino.

133
Altro

Acqua 20 litri, zucchero 3 Cg, zibibbo 1 Cg, orzo mezzo Cg.
Bollire un’ora e mezza tutto insieme. Aggiungere 50 g.mi acido tartarico.

134
Altro

1 Cg uva secca, mezzo Cg zucchero scuro, 250 g.mi orzo, 50 g.mi acido tartarico, 150 g.mi spirito di vino, 1 fiasco vino. Si lascia il tutto insieme in fusione per 8 giorni circa. Si preme bene [b, recto] l’uva ed il tutto e s’imbottiglia.

135
Ricetta pei geloni

Iodione g.mi 3. Cloroformio g.mi 5. Olio oliva g.mi 25
Può bastare mezza dose.

136
Idem pei geloni

Acqua di lupini. Si mettono a bagno la sera (un pugno) si fanno cuocere nella stessa acqua per 2 ore. Si tengono i geloni in detta acqua calda.



P. - Foglio di carta da lettere piegato in due carte (a, b) di cm 18×13,5. Lettera di Ersilia Corsini a Nicoletta Ansaldo, 23 marzo 1921. La lettera inizia dal verso della carta b.

[b, verso]

Gentilissima Sig. Nicoletta
Dagli auguri che le mandai per Natale in poi non mi sono più fatta viva ed ancora non ho adempiuto alla promessa che le feci ad Uscio cioè di mandarle una qualche ricetta di dolci, per Natale nol feci per mancanza di tempo, e fino adesso per mancanza di salute. Sì, cara Signora, ho avuto tanti raffred[d]ori fortissimi con febbre uno dietro all’altro, che non ho mai avuto in vita mia; il motivo poi nol so perché anzi l’inverno è stato abbastanza buono. Basta, speriamo colla primavera scacciare tutto il malessere. Mio marito sempre poco bene alle sue gambe, il resto della famiglia bene. E lei come sta? quando si sente mi darà sue notizie che spero buone. Faccio vivissimi auguri di buona Pasqua. Mi ricordi alla Madonnina lei che è tanto buona. Saluti carissimi
Ersilia Corsini
*Se desidera ancora qualche altra ricetta me lo sappia dire. Perdoni < ? >*[17]

[a, recto]

137
Pastine all’ammoniaca

Fiore 360 grammi. Uova intere 2. Zucchero 120 grammi. Burro 60 [grammi]. Mandorle 50 [grammi] (pestate finissime)
Modi di farle[18]
S’impasta tutto assieme: la pasta deve essere piuttosto soda. Si fanno le pastine del formato che piace e non tanto grosse, si bagnano solo da una parte nell’acquavite e la parte bagnata si preme sopra a delle mandorle pestate che saranno mescolate ad un po’ di scorzetta di limone grattugiata, ed allo zucchero in granelli; si prepara la quantità che si capisce basti per guarnirle tutte indi subito al forno. (Farle piccole perché crescono molto).

[a, verso]

138
Pastine di farina di grano turco

Fiore farina gialla (per ottenerla si passa la farina in uno staccio fine e si adopera solo il puro fiore) grammi 300. Fiore farina bianca 60 grammi. Zucchero 150 grammi. 2 rossi d’ova. Burro e strutto 150 grammi. Limone grattugiato, un po’ di rosolio, un po’ di vaniglia.
Si fa tutto un impasto; si fanno le pastine piuttosto sottili indi al forno stare attenti perché cuociono presto. Appena levate anche calde si spolverizzano con zucchero fioretto vanigliato.

[b, recto]

139
Ciambella speciale

Latte un bicchiere comune. Uova 3. Zucchero 0,300 g. Fiore 0,300 g. Burro 100 g. Un po’ zucchero vaniglia. Scorza di un limone grattugiato, bicarbonato g. 5, cremore g. 10.
Si battono le ova, prima la chiara (ma non a fiocca) e poi i rossi si uniscono e si mette lo zucchero, si batte ancora, si fa sciogliere il burro e si unisce al resto sempre frullando e poi il fiore un cucchiaio alla volta, indi il latte un po’ alla volta, in ultimo la dose si mescola per bene finché si è sicuri che tutto sia unito bene, si unge una ci si mette un bicchiere in mezzo e si versa il contenuto tutt’intorno e si mette subito al forno.



Q. - Foglio di carta da lettere piegato in due carte (a,b) di cm 17×17,4. Lettera di Lena Paganini, Finalborgo, 19 settembre 1922. La destinataria potrebbe essere Nicoletta Ansaldo, assidua frequentatrice della Colonia Arnaldi, anche se la data Finalborgo richiama prepotentemente alla memoria Romola (ma Romola era ancora giovane e, che io sappia, non aveva difficoltà a salire le scale). La lettera inizia dal verso della carta b.

[b, verso]

Finalborgo 19 Settembre 922

Gentile Signora,
Dopo molti giri sono finalmente rientrata nella mia solita casa di villeggiatura, dove spero passare un paio di mesi con tutta la mia famiglia, godendo dei benefici riportati dalla cura di Uscio. Ella sarà scesa a Recco, ché lassù in Colonia ormai deve far freddo a giudicare dalla temperatura di qui. Spero l’an [a, recto] no venturo, tornando in Colonia, aver il piacere di ritrovarla fra gli ospiti e intanto Le auguro mantenersi così bene come la ho lasciata.
A Genova ho tante scale e non oso quindi dirle di venirmi a trovare - sono al quarto piano. Desidero dirle ancora quanto Le sono grata di tutte le cortesie usatemi rinnovandole i miei ringraziamenti.
Ed ora le ricette: per quella di aran [a, verso] cio non ho il peso giusto, perché la mamma la fa ad occhio. Ad ogni modo gliela trasmetto come l’ha insegnata a me.

140
Marmellata di aranci

Si sbucciano. La buccia si taglia a filetti come taglierini sottili e si coprono d’acqua per circa 12 ore. Agli spicchi si tolgono i semi e possibilmente la pellicola. Si mettono in una cazzeruola coprendoli di zucchero. Al domani, agli spicchi si uniscono le buccie sgocciolandole appena, vi si aggiunge altro zucchero e si fa cuo= [b, recto] cere per 6 ore circa, sempre rimescolando.

141
Pasta di marons

1 chilo castagne, 4 etti zucchero, ½ spiga di vaniglia, 1 bicchierino di rhum.
Si sbucciano le castagne e si fanno bollire in pochissima acqua. Appena cotte si toglie la seconda buccia tenendole al caldo e si passano allo staccio. Si apparecchia lo zucchero sciolto in poca acqua per ottenere uno sciroppo denso che faccia la fila, facendolo bollire colla vaniglia; poi questa si toglie, e lo sciroppo bollente si amalgama alle castagne passate. In ultimo si unisce il rhum e si serve freddo.

Con deferenza mi creda sua
Lena Paganini



R. - Foglio di carta da lettere piegato in due carte (a,b) di cm 17,6×13,3. Lettera di Teresa Marconi Tirelli, Modena 2 settembre 1921. Come per la lettera precedente la destinataria potrebbe essere Nicoletta Ansaldo.

[a, recto]

Modena, 2 settembre 1921

Gentilissima Signora,
adempio la promessa che Le feci di mandarle la ricetta del nocino e colgo l’occasione per ringraziarla, a nome anche di mio marito, delle gentilezze usateci durante il nostro soggiorno costì.
Dopo una visita a mio fratello a Milano, abbiamo fatto ritorno a casa nostra, ove rimarremo tranquilli, se Iddio ce lo concede, fino all’estate ventura. La nostra salute è discreta, ed Ella, cara Signora, si è rimessa bene? Lo spero e glielo auguro con tutta l’anima. È tanto buona e merita ogni bene.
Che novità in Colonia? Quante volte al giorno sono costassù col pensiero!
Se ha occasione di parlare al Maestro lo riverisca per me e voglia farsi interprete della mia riconoscenza per Lui.
Gradisca, ottima Signora, i saluti distinti di mio marito e quelli affettuosissimi della sua dev.ma 

Teresa Marconi Tirelli

142
1° Nocino

Immergete 20 noci tagliate in 4 parti in 2 litri di spirito di oltre 40 gradi, posto in un barattolo con tappo a smeriglio. Si espone per 20 giorni al sole, indi si tolgono le noci. Il liquore ricavato si unisce ad un litro di vino bianco bollito in casseruola per 5 minuti con 700 grammi di zucchero, 10 di cannella, 1 di garofano e 12 coriandoli. Si uniscono i due liquidi quando il vino è completamente freddo. Si espone la miscela al sole per altri 20 giorni. Dopo si filtra e s’imbottiglia.

143
2° Nocino

Prendete le noci rimaste dal 1° nocino e immergetele in un litro di spirito unendovi le droghe sopra indicate in ragione di quantità di spirito. Lasciatele all’ombra, ma non in luogo umido, per giorni 80. A metà di questo tempo unitevi mezzo litro di vino bianco già bollito con le droghe e con 350 grammi di zucchero. Si filtra e s’imbottiglia.

144
Vino nocino

Sulle noci e droghe rimaste dai due nocini si versano due bottiglie di vino bianco con due cucchiai da tavola di zucchero. Si pone il barattolo in vetrina lasciandovelo fermo qualche mese.

*Se a tutto Suo comodo, quando avrà fatto ritorno a Recco, si compiacerà di mandarmi la ricetta del liquore di mandarino, gliene sarò grata. Di nuovo saluti.*[19]
*Mio indirizzo: Via Emilia 32, Modena.*[20]



S. - Un foglio di quaderno a righe di cm 20,8×14,6 scritto sul recto e sul verso da due mani diverse, una delle quali di Maria Bisso. La Bisso scrive le ricette 146, 147, 148, 149. Sul verso le ricette 147, 148 e 149 sono precedute dalla dizione: Ricette per dolci, sempre per mano della Bisso. L’altra mano è, con ogni probabilità di Carla Gallo (poi Clerici, figlia di Romola e madre di Luisa) che scrive a matita e le cui ricette (145, 150, 151) ad esclusione della 152 (Pan dolce), ripetono, forse nel tentativo di renderle più chiare, le ricette 147 e 148 della Bisso. Sul recto, a metà pagina una annotazione di Maria Bisso permette di datare approssimativamente le sue ricette:
Dato oggi 18 gennaio *1927* [21] ha mia madre per cauzione £ 500 *tolti dal libretto postale* [22] *<...> [c]ommercio uova <...>igatorio* [23] Genova, Via S.Lorenzo - 19 - MB. 
L’indirizzo è ripetuto sul margine inferiore.

[recto]

145
Torta paradiso

6 rossi e bianchi d’uova a parte sbattuti, poi si unisce un etto fecola e un cucchiaio di zucchero ogni uovo e poi si fa cuocere a fuoco moderato.

146
Pasta frolla

dolce      e      amara
        Farina 4 etti    Farina 400
        Burro 3 etti    Burro 300
        Zucchero 150 grammi    Un pizzico di sale
        Un tuorlo d'uovo    Marsala mezzo bicchiere
        Marsala mezzo bicchiere    Uovo un tuorlo

[verso]

147
Torta paradiso

Si prende 6 uove, si sbatte tutto; separato bianco a neve e i rossi con un etto fecola in una pentola calda e poi un cucchiaio di zucchero ogni tuorlo.

148
Latte del poveromo

Un litro di latte bono bollito poi si sbatte bene 8 uova - *un cucchiaio di zucchero ogni uovo*[24] - e si unisce al latte e si fa cuocere a bagno Ma[r]ia a fuoco sopra e sotto e poi si gusta se è riuscito bene.

149
Sacrapantina

Si prende 3 uova si sbatte tutto separato bianchi a neve poi tre cuchiai di zucchero con i rossi e si unisce al ciocolatto e burro che avrete già preparato in una caseruola sciolto con un gocino di latte.

150
[Torta paradiso]

6 uova un etto di fecola sbat[t]ute a parte e si fa la torta paradiso.

151
[Latte del poveromo]

8 uova un litro di latte e si rimescola tutto insieme e si cuoce a bagno maria.

152
Pan dolce
[25]



T. - Mezzo foglio di carta da lettere cm 19,4×14,3. Le tre ricette che seguono sono scritte per mano di Maria Bisso sul verso del foglio. Sul recto le ultime righe di una lettera di Romola Gallo a Maria Bisso:
Ora lascio di scrivere perché tua madre è giù che mi aspetta, e mi ha lasciato tutte le uova perché ha detto che viene direttamente a casa. Tutti ti salutano e ti ricordano e un affettuoso saluto a te dalla tua aff.ma signora R.Gallo<br> Seguono tre righe scritte da Luisa, a cui evidentemente la nonna aveva guidato la mano:
Ti mando un affettuoso saluto e ti aspetto presto presto per andare nel bosco. Fiocchetto anche ti saluta. Tanti bacini da Luisa
Fiocchetto era il gatto di casa. Poiché Luisa era in età prescolare, la lettera e le ricette si possono datare intorno al 1935.

153
Crema Caramella
[25]

Un litro latte, 12 rossi, 100 grammi zucchero più 50 grammi per dar colore.
Far bollire il latte, sciogliere lo zucchero dentro, poi a quchiai mettere il latte nei rossi rimestati e poi metterlo in forma, un’ora di cottura a bagno maria.

154
Galantina di pollo

Fare il ripieno di pollo qualche pezzo di salato e lingua salata, fistechio,[26] noce moscata, ha[27] 500 di maschetta e muscolo cotta trittata.

155
Pun chel
[28]

Farina 4 etti. Burro 250.[29] Uvetta 300. Zucchero 250. Limone grattato. Uova 4.00. Run bicchierino. Bustine 2
Zuchero burro poi farina - bianchi a neve.



U. - Foglio di cm 25,5×17,7 scritto sul recto e sul verso da mano sconosciuta (Lina Casella?). Si tratta di un appunto per un pranzo nel quale solo le indicazioni per la preparazione dei cavoli e della crema di pomodoro meritano l’appellativo di “ricette”.

[recto]

156
[Cavoli lessati]

Lessare i cavoli.
Metterli in piatto con formaggio
mettere burro spumeggiante
e sopra uva e prezzemolo trittato.

157
[Uova e spinaci]

Pietanza: uova al burro con spinacci.

158
[Crema di pomodoro]

Pranzo. Minestra. Crema di pomodoro.
Tagliate grossolanamente due cipolle ed una gamba di sedano e soffrigeteli in 100 grammi di burro. Quando tutto à preso color oro polverizzate con 150 grammi di farina, lasciate rosolare per due minuti poi versatevi 2 litri di brodo e un cucchiaio di conserva di pomodoro. Mescolate bene e fate bollire per ½ ora indi passate allo staccio, fate ribollire e servite con crostini.

159
[Costata di manzo]

Pietanza: costata di manzo ai ferri con patate fritte.



V. - Mezzo foglio di quaderno di cm 14,9×10,4 scritto solo sul recto dalla stessa mano del precedente.

160
[Liquore di mandarino]

Spirito di vino ½ li.; acqua pura ½; zucchero ½; buccia 16 mandarini; buccia di 6 [30] aranci. *Dosi per il liquore di Mandarino che deve fare Maria Bisso*[31]



W. - Mezzo foglio di quaderno di cm 21,9×16, scritto sul recto per mano di Teresa Gallo (poi Moro). Sul verso un appunto di mano diversa elenca alcuni fascicoli - tutti del 1929 - della "Rivista del Popolo d’Italia" (tra cui quello di dicembre) e dell’"Illustrazione Fascista".

161
Krapfen

Prendi 4 uova, 15 grammi di lievito, 400 grammi di fior di farina, 40 di burro, 50 di zucchero e una tazza di latte. Sciogli il lievito nel latte caldo e mettilo a lievitare in mezzo alla forma per tre ore in luogo caldo. Lievitato che sia aggiungi l’altra farina, il burro sciolto, lo zucchero, 2 uova intere e 2 rossi e maneggia bene con un mestolo sino a che faccia le bolle e si stanchi. Metti la pasta di nuovo a lievitare, allargata con le mani e tagliane dei dischi poco più grandi di uno scudo. Spalmali di chiara d’uovo in giro, poni nel mezzo un cucchiaino di marmellata, ricopri con un altro disco e falli lievitare nuovamente. Friggili in padella con olio bollente. Servili caldi spolverizzati di zucchero a velo.



X. - Mezzo foglio di carta da lettere di cm. 19,7×14,3 scritto per mano di Marcella Ansaldo sul recto e sul verso. Marcella, che è l’autrice della ricetta, ha ormai sostituito il Bel paese con la Fontina (a cui aggiunge talvolta della mozzarella).

[recto]

162
Budino di riso con formaggio
[32]

Mettere a bollire 3 etti di riso; quando è al dente toglierlo dal fuoco e colarlo. Fare, da parte, con 3 cucchiai di farina una bechamelle piuttosto morbida. Unire il riso con la bechamelle e rimescolare bene.
Ungere la forma con burro e poi passare con pane grattuggiato; tappezzare il fondo e le pareti con [33] una parte di riso. Tagliare a fettine ½ Kg di bel paese e metterlo a strati col riso avanzato. Ricoprire tutto col riso. Mettere a forno caldo e lasciarlo circa un’ora, in modo che resti colorito tutto intorno.



Y. - Foglio di carta da lettere piegato in due carte (a, b) di cm 18,8x13,3 scritto, per mano di Romola Gallo, sul recto della prima carta e sul verso della seconda.

[a, recto]

163
Sig <...>
Pesche allo sciroppo
[34]

Si prendono 2 Cg di pesche duraccine: si lavano, ma non si sbucciano. Si fanno sciogliere 600 grammi di zucchero con due bicchieri d’acqua. Quando questo sciroppo comincia a bollire vi si immergono le pesche poche per volta e si lasciano cuocere finché diventano un po’ tenere. Si tolgono indi dallo sciroppo e si mettono in un vaso di terracotta. Quando sono tutte pronte, vi si getta sopra lo sciroppo che arrivi a coprirle del tutto, e prima di chiudere il recipiente sullo sciroppo si getta un po’ d’alcool o di cognac.

164
Pesche farcite
[35]

Si prendono delle pesche spicche: si aprono per metà, levando il nocciolo, e si mettono in una teglia, riempiendo il vuoto lasciato dal nocciolo con un cucchiaino di pasta dei Suoi amaretti. Si cosparge la teglia con del rosolio d’alchermes, e si mette in forno, avendo cura di bagnare di tanto in tanto le pesche col detto rosolio. Quando le pesche sono cotte ed il ripieno ha fatto una leggiera crostolina, si tolgono dal fuoco e si mettono col loro sugo su un piatto. Si servono fredde.



Z. - Mezzo foglio di carta da lettere, cm 18,2×10,9. Sul recto c’è la parte finale di una lettera datata Rivarolo Ligure, 20 Dicembre 1901, firmata B. Maria e diretta presumibilmente a Lucia Elia (poi Cocconcelli), cugina di Teresa Elia. La ricetta che segue è scritta sul verso della carta per mano, parrebbe, di Romola. La scrittura, per andamento, inchiostro ecc. ricorda da vicino quella del foglio O, ricette 131-136.

165
Cassetta miracolosa

Scatola di legno o cartone, si riempie di cotone, o trucioli, o fiocco, stoppa, lana. Nel centro si apre una buca in cui entri una pentola od un recipiente qualsiasi di rame, ferro smaltato ecc. in guisa che si trovi bene avvolta e non tocchi le pareti della scatola e [36] sul coperchio si possa mettere uno strato della stessa roba. Si chiude bene la scatola ecc.
Per esempio. La carne si fa bollire 30 minuti, si toglie dal fuoco e si mette prontamente nella buca ecc., si chiude ermeticamente, dopo 4 ore il vitello a lesso è cotto. I fagioli 15 minuti di bollitura e 2 ore di sosta; le patate 10 minuti e un’ora di sosta; le castagne secche 20 m.ti e 2 ore e mezza di sosta; le barbabietole 30 m.ti di bollitura e cinque ore di sosta nella cassetta ecc. ecc.



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[1] Segue cancellato: li.

[2] Segue cancellato: latte.

[3] Scritto in sopralinea a correzione di: per un’ora cancellato.

[4] Scritto in sopralinea a correzione di: una chiara cancellato.

[5] Una ricetta simile, ma con diverse proporzioni tra gli ingredienti, è Artusi 638, Torta di riso.

[6] Aggiunto sul margine sinistro.

[7] Segue cancellato: Si scioglie.

[8] Segue cancellato: panne.

[9] Segue cancellato (tranne per): al per togliore [sic] ogni piccolo, perché l’acqua.

[10] Segue cancellato: coprire co.

[11] Scritto in sopralinea in sostituzione di: per.

[12] L’annotazione, che risulta scritta con inchiostro diverso da quello delle due ricette che precedono, si riferisce alla lettera di Ersilia Corsini e alla ricetta 137.

[13] È scritto: gratuggiato.

[14] È la trascrizione di Artusi 648, Dolce Roma.

[15] Segue cancellato: da campagna. In Artusi si legge: da campagna, o soltanto sul fornello del focolare col solo coperchio del medesimo, con fuoco sopra e poco sotto per rosolare la superficie, e prima di mandarlo in tavola spalmatelo mediante un pennello col sciroppo ristretto rimasto dalla cottura delle mele. Potrà bastare per sette od otto persone.

[16] Segue cancellato: e tutti gli.

[17] Scritto sul margine sinistro, normalmente al resto.

[18] Vedi sopra la 123.

[19] Aggiunto sul margine superiore di b, recto.

[20] Aggiunto sul margine superiore di b, recto.

[21] Aggiunto in sopralinea.

[22] Aggiunto sul margine destro.

[23] Aggiunto sul margine sinistro. Alcune lettere perse per lacerazione.

[24]Aggiunto in sopralinea.

[25] Seguono due punti e virgolette. Le virgolette introducono il testo della ricetta, ma non si chiudono.

[26] Sta, probabilmente, per: pistacchio.

[27] Sta, probabilmente, per: hg.

[28] Sta per: Plum-cake

[29] S’intende: grammi.

[30] Corretto su: 16.

[31] Scritto nella metà destra del mezzo foglio.

[32] È l’originale della ricetta 26.

[33] Corretto su: col. Segue cancellato: riso.

[34] È l’originale della ricetta 106.

[35] È l’originale della 107.

[36] Corretto su: Si copre.


Romola Gallo

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