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Elisabetta Graziosi, Cesura per il Secolo dei Genovesi: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 3. Un’eredità raccolta: ligure e mecenate [1] Per i rapporti di Anton Giulio con Cassiano dal Pozzo, Paganino Gaudenzio, Ciampoli, si veda la Nota bio-bibliografica di Delia Eusebio, nella recente edizione della Maria Maddalena Peccatrice e Convertita, Parma, Fondazione Pietro Bembo, Ugo Guanda editore, 1994, p. LXXXVIII. Per quelli con l’Ameyden vd. Franco Vazzoler, Equivoci della politica, equivoci della scena nella Genova barocca. Apppunti sul teatro di Anton Giulio Brignole Sale, in Il valore del falso. Errori, inganni, equivoci sulle scene europee in epoca barocca, a cura di Silvia Carandini, Roma, Bulzoni, 1994, p. 198. [2] Si tratta dei manoscritti di Novacula, Dentiscalpium e Strigilis del gesuita Alberto Alberti, per cui vd. Angelico Aprosio, La biblioteca aprosiana. Passatempo autunnale di Cornelio Aspasio Antivigilmi tra Vagabondi di Tabbia detto l’Aggirato, in Bologna, per li Manolessi, 1673, p. 489 (che sono quindi da togliere al Brignole e da riattribuire al loro vero autore). Sul gesuita trentino Alberto Alberti, latinista ed erudito, vd. DBI (= Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana), I, 1960, p. 681 (Pietro Pirri).L’equivoco di paternità fra il Brignole e l’Alberti, originato da un’errata interpretazione dell’Aprosio, si trova anche nella Nota bio-bibliografica di Delia Eusebio, Maria Maddalena peccatrice e convertita, cit., p. C (e si veda più oltre alla nota 117). [3] Gabriello Chiabrera, Erminia.Tragedia, in Genova, per Giuseppe Pavoni, 1622 [vd. Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria nel XVII secolo, Firenze, Olschki, 1998, scheda 274]; Idem, Il Romulo, in Genova, appresso Giuseppe Pavoni, 1629 [G. Ruffini, Sotto il segno del Pavone, cit., scheda 410; e anche Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria, cit., scheda 363]; Pier Giuseppe Giustiniani, Ode toscane dell’intirizzato accademico addormentato, in Genova, per Giuseppe Pavoni, 1628 [vd. Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria, cit., scheda 359]; Idem, Odi encomiastiche e morali, in Genova, per Gioseppe Pavoni, 1635 [vd. Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria, cit., scheda 424]; Vincenzo Renieri, L’Adone favola tragica boschereccia, in Genova, per Pietro Gio. Calenzano [1635] [vd. Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria, cit., scheda 468]; Giovan Camillo Zaccagni, I biasmi delle donne. Poesia di Giovan Camillo Zaccagni romano, in Genova, per Giuseppe Pavoni, 1630 [G. Ruffini, Sotto il segno del Pavone, cit., scheda 446 e Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria, cit., scheda 395]. Su Giovan Camillo Zaccagni, protetto di Urbano VIII, che fu impiccato nel 1649, vd. Alessandro Ademollo, Giacinto Gigli ed i suoi diarii del secolo XVII, Firenze, Tipografia della Gazzetta d’Italia, 1877, pp. 127-30 e anche Leone Allacci, Apes Urbanae sive de viris illustribus qui ab anno MDCXXX per totum MDCXXXII Romae adfuerunt, ac Typis aliquid evulgarunt, Romae, excudebat Lodovicus Grignanus, 1633, p. 156 (dove sono ricordati pure I biasmi delle donne). [4] Pier Francesco Minozzi, Delle libidini dell’ingegno del signor Pier Francesco Minozzi, alcuni saggi pubblicati da Lodovico Aprosio Vintimiglia, Venezia, per Gio. Pietro Pinelli, 1636; Giovan Battista Manzini, Della vita di S. Eustachio martire, in Bologna, presso Clemente Ferroni, 1631 (sul valore programmatico della dedica vd. Martino Capucci, Il romanzo a Bologna, estr. da La più stupenda e gloriosa macchina Il romanzo italiano del secolo XVII, a c. di Marco Santoro, Napoli, Società editrice Napoletana, 1981, p. 23). [5] Renato Martinoni, Gian Vincenzo Imperiale, politico, letterato e collezionista genovese del Seicento, Padova, Antenore, 1983, pp. 18-23. [6] Vd. Gio. Maria Visconte, Alcune memorie delle virtù del padre Anton Giulio Brignole Sale genovese della Compagnia di Gesù raccolte dal p. Gio. Maria Visconte della medesima Compagnia per consolatione ed esempio de’ Padri e Fratelli della sua Provincia di Milano, Milano, appresso Lodovico Sforza, 1666, p. 7. [7] Claudio Costantini, La Repubblica di Genova, cit., pp. 2-4. [8] Renato Martinoni, Gian Vincenzo Imperiale, cit., pp. 90-101. Il bando come discolo all’Imperiale è del giugno 1635, ma è significativo che nello stesso anno muoia Giulio Pallavicino, fondatore storico dell’Accademia, e dunque gli Addormentati devono essere effettivamente rifondati. In proposito vd. Agostino Schiaffino, Memorie di Genova 1624-1647, a cura di Carlo Cabella, in “Quaderni di Storia e Letteratura. Studi, testi e documenti” a cura di Manlio Calegari, Giacomo Casarino, Claudio Costantini e Franco Vazzoler, n. 3, 1995, p. 89. Di Bartolomeo Imperiale esce tempestivamente nel 1636 in quasi contemporanea col Brignole Sale Lo scrutinio dell’anima. Opera di di B.I. conte delle Malle, in Genova, per Pietro Giovanni Calenzani, 1636 [vd. Maria Maira Niri, La tipografia a Genova e in Liguria, cit., scheda 478]. [9] Giovan Vincenzo Imperiale, Ritratto del Casalino abbozzato da Gio. Vincenzo Imperiale nell’Accademia degl’Intrepidi il Ripercosso, Bologna, Herede di Vittorio Benacci, 1637. [10] Sul valore socializzante dell’Accademia degli Addormentati fin all’atto della sua fondazione vd. Inventione di Giulio Pallavicino di scriver tutte le cose accadute alli tempi suoi (1583-1589), a cura di Edoardo Grendi, Genova, SAGEP, 1975, pp. IX-X. [11] Achille Neri, I cicisbei a Genova, in Costumanze e sollazzi, Genova, Tipografia del R. Istituto sordo-muti, 1883, pp. 118-216; Giulio Natali, Il cicisbeismo a Genova, in Idem, Idee, costumi, uomini del Settecento. Studii e saggi letterarii, Torino, STEN, 1916, pp. 133-44; di diversa opinione Luigi Valmaggi, I cicisbei. Contributo alla storia del costume italiano nel sec. XVIII, opera postuma con prefazione e a cura di Luigi Piccioni, Torino, Casa Editrice Giovanni Chiantore, 1927, pp. 201-6. Su cui recentemente Roberto Bizzocchi, Cicisbei. La morale italiana, in “Storica”, a. III, n. 9, 1997, pp. 63-90 (che però non si pronuncia sull’origine genovese del costume). [12] Claudio Costantini, La Repubblica di Genova, cit., p. 291. Per i Genovesi presenti fra gli Incogniti vd. ora i dati offerti da Monica Miato, L’Accademia degli Incogniti di Giovan Francesco Loredan. Venezia (1630-1661), Firenze, Olschki, 1999, p. 242. [13] Claudio Costantini, Genova e la guerra di Castro, in Studi e documenti di storia ligure in onore di don Luigi Alfonso per il suo 85° genetliaco, numero monografico di “Atti della società ligure di storia patria”, n.s., vol. XXXVI, fasc. II, 1996, p. 340. [14] Giovan Battista Alberti, Discorso dell’origine delle Accademie pubbliche e private e sopra l’impresa de gli Affidati di Pavia, in Genova, per Gio Maria Farroni, Nicolò Pesagni e Pier Francesco Barbieri, 1639, pp. 105-6. [15] Si trova anche (con l’indicazione della paternità) in Gabriello Chiabrera, Discorsi fatti da G. C. nell’Accademia degli Addormentati in Genova con la vita dell’autore, in Genova, per Antonio Giorgio Franchello, 1670, p. 8. |
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