Lettere di Mazzarino a Giannettino Giustiniani, Introduzione, 1647-1654, 1655-1656, 1657-1660

Lettere di Mazzarino a Giannettino Giustiniani (1647-1660)
Nota introduttiva





I dispacci inviati da Giannettino Giustiniani alla Corte di Parigi sono conservati nell’Archivio del Ministero degli Affari Esteri di Parigi.[1] Alcune sue lettere al conte di Brienne e al ministro Colbert si trovano nella Biblioteca Nazionale di Parigi.[2] La parte più consistente dell’epistolario è diretta a Mazzarino:[3] la prima lettera risale al 7 gennaio del 1642, l’ultima è datata 15 novembre 1660.[4] Nello stesso arco di tempo Mazzarino ha scritto a Giannettino più di duecento lettere che lo stesso Giannettino raccolse in due volumi.[5] Questi volumi sono stati poi smembrati e delle duecento lettere originarie almeno una settantina sono andate perdute. Il codice utilizzato nel 1863 da Vincenzo Ricci per l’edizione delle lettere di Mazzarino a Giannettino Giustiniani – che apparteneva all’avvocato Molfino e che nel 1882 è entrato nella raccolta dell’Archivio Storico del Comune di Genova – contiene infatti solo 142 missive.[6]
Il codice in questione è rilegato in mezza pergamena e sulla costa, di pergamena chiara, un’etichetta a caratteri dorati reca la dizione: “Mazzarini - lettere autografe”.[7] Fra il foglio di copertina e la prima pagina del volume sono stati inseriti durante un intervento di restauro quattro fogli di giornale: due del quotidiano “Caffaro”, n. 55, anno VIII del 24 febbraio 1882, e due del quotidiano “Il commercio-Gazzetta di Genova”, n. 47, anno LXXXV del 25 febbraio 1882. In entrambe le pubblicazioni si legge la notizia dell’imminente vendita della biblioteca dell’avvocato Molfino.[8] Il codice inizia con cinque carte leggermente più piccole delle altre: quattro sono bianche, sulla seconda si legge, scritto a penna: Lettere del cardinal Mazarini al magnifico Giuseppe Domenico Giustiniani.[9] Dopo queste cinque carte cominciano le lettere, per la maggior parte originali e autografe, di Mazzarino, numerate a matita da mano moderna da 1 a 168. La numerazione non è dunque a carte, ma a documento. All’ultimo documento, una lettera del conte di Harcourt a Giannettino, seguono quattro carte bianche non numerate, con filigrana a tre palle – indizio di fabbricazione genovese –, come le prime cinque. La maggior parte delle lettere di Mazzarino sono invece scritte su carta con un cappello da cardinale in filigrana.
Su alcuni documenti compare una precedente numerazione a penna [10] che però non credo che sia quella che data in origine da Giannettino: sappiamo per certo, infatti, che egli aveva legato le lettere del Mazzarino insieme a quelle del Re in due tomi e che conservava separatamente, legate in quattro tomi, quelle degli altri corrispondenti, per esempio del conte di Brienne.[11] Questa più antica numerazione parrebbe quindi corrispondere a una sistemazione dei documenti intermedia tra quella di Giannettino e l’attuale.
Dei 168 documenti contenuti nel codice, Vincenzo Ricci ha pubblicato solo le lettere di Giulio Mazzarino, centoquarantadue in tutto, più dieci lettere del segretario del cardinale, Zongo Ondedei, una lettera della sorella del cardinale, Margherita Martinozzi, e tre estratti di lettere di cui mancano gli originali, per un totale di 156 documenti. Non ha pubblicato invece una lettera del duca di Brezé a Giannettino (s.l., 4 gennaio 1644), due lettere del conte di Harcourt sempre a Giannettino (dal campo di Torino, 1 giugno e 26 luglio 1640), il passaporto per il rientro di Giannettino a Genova nel 1641, la minuta di una lettera scritta da Giannettino a Mazzarino del 13 febbraio 1655,[12] la copia di cinque lettere di Mazzarino di cui tre dirette a Giannettino presenti nel codice anche in originale,[13] e infine due lettere del Vescovo di Fréjus, ossia di Zongo Ondedei, che non si capisce perché non siano state pubblicate dal Ricci assieme alle altre sottoscritte dal segretario col suo proprio nome.[14] Lo Chéruel, che fra il 1872 e il 1906 ha pubblicato, per intero, per estratto o in regesto, una parte consistente delle lettere di Mazzarino, delle duecento e più indirizzate a Giannettino Giustiniani, ha pubblicato per intero solo quella del 14 marzo 1649 e per estratto quella del 30 aprile 1648, entrambe già pubblicate dal Ricci.[15] Di altre quaranta lettere, di cui ben diciassette pubblicate da Vincenzo Ricci, ha fornito invece solo il regesto.[16]
Qui di seguito pubblico una settantina di lettere di Mazzarino a Giannettino ancora inedite, quasi tutte degli anni 1654-1660.[17] Ho utilizzato principalmente i registri della corrispondenza del Cardinale conservati nelle Archives du Ministère des Affaires Etrangères di Parigi,[18] ricorrendo ad altre raccolte di lettere di Mazzarino, in particolare quelle della Biblioteca Apostolica Vaticana,[19] della Biblioteca Civica Berio di Genova e della British Library,[20] per integrazioni e raffronti.




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[1] AAE, CP, Gênes 2-14. La prima lettera di Giannettino è del 29 gennaio del 1639, indirizzata al Bailly de Fourbin, cfr. AAE, CP, Gênes 2, cc. 445. Seguono undici lettere allo Chavigny, segretario di Stato fino al 1643: AAE, CP Gênes 2, cc. 454-455, cc. 463-464, cc. 471-472, cc. 488-489, cc. 459-460, cc. 502-503, rispettivamente de 22, 24, 28 e 25 maggio 1639, 8 giugno 1639, l’ultima senza data né luogo; AAE, CP, Gênes 3, cc. 23-24, c. 123, cc. 183-184, cc. 315-316 rispettivamente del 9 settembre 1640, 1 aprile e 8 ottobre 1642, 7 giugno 1643. La lettera a cc. 50-52 è senza data.

[2] Diciassette lettere autografe al conte di Brienne sono in BNP, Clair., 411, cc. 3-4, 1 luglio 1647; 412, cc. 103-104, 23 settembre 1647 e cc. 304-306, 29 ottobre 1647; 415, cc. 132-134, 12 maggio 1648; 419, cc. 166-167, 26 gennaio 1649; 420, cc. 197-200, 8 marzo 1649 e cc. 310-311, 23 marzo 1649; 421, cc. 315-316, 11 maggio 1649; 430, c. 1, 1 novembre 1650; 437, cc. 103-105, 10 gennaio 1652, e cc. 185-187, 17 gennaio 1652 ed ancora cc. 645-647, 20 febbraio 1652; 438, cc. 152-153r, 26 aprile 1652 e cc. 218-220, 30 aprile 1652; 439, cc. 58-60, 11 giugno 1652 e cc. 101-102, 18 giugno 1652; cc. 134-135, 25 giugno 1652. Nove lettere a Colbert sono in BNP, Mél. Colbert, 116, c. 288, 24 giugno 1663; 119, c. 972, 18 marzo 1664; 120 bis, cc. 754-755, 14 maggio 1664; 121, c. 3 81, 10 giugno 1664; 126, c. 484, 20 dicembre 1664, e c. 589, 24 dicembre 1664; 145, c. 363, 26 settembre 1667; 146, cc. 253-254, 28 novembre 1667; 150 bis, c. 752, 6 marzo 1669.

[3] In AAE sono conservate 874 lettere di Giannettino a Mazzarino, e precisamente una del 1642, 8 del 1643, 39 del 1644, 60 del 1645; 80 del 1646, 82 del 1647, 86 del 1648, 46 del 1649, 65 del 1650, 29 del 1651, 47 del 1652, 51 del 1653, 34 del 1654, 59 del 1655, 49 del 1656, 31 del 1657, 45 del 1658, 31del 1659, 31 del 1660. Morto Mazzarino, Giustiniani inviò i suoi dispacci a Lionne (AAE, CP, 11-14: il primo è del 29 aprile 1661, l’ultimo del 9 settembre 1671) e al marchese di Pomponne (AAE, CP, Gênes 14: il primo è del 28 febbraio 1671, l’ultimo del 9 agosto 1672).

[4] AAE, CP, Gênes 3, c. 90, 7 gennaio 1642: « Et la benignità di Vostra Eminenza, et la mia buona sorte d’havere meritato l’honore d’essere de suoi servi più humili e divoti per lo corso di trent’anni (quando pochi più ne può havere) ben la renderanno certa che fra tutti niuno più si è ralegrato di me della sua promotione al cardinalato ». Quella del 15 novembre 1660 è in AAE, CP, Gênes 10, cc. 378-379.

[5] Giannettino scriveva a Lionne il 24 maggio 1661 di « dugento lettere legate in due tomi del cardinale Mazarini che cominciano dal 1644 sino a due mesi prima della sua morte, che tralasciò di scrivermi, perchè risentitamente le ricordavo l’inosservanza delle sue centoreplicate promesse, senza della dovuta recognitione » (AAE, CP, Gênes 11, cc. 14-18).

[6] Nel 1842, prima dell’edizione del Ricci, Carlo Morbio (Morbio, Epistolario: si tratta di 253 lettere di Mazzarino a diversi) aveva pubblicato undici lettere di Mazzarino a Giannettino Giustiniani, dichiarando di trascrivere dagli originali in suo possesso. In realtà le lettere di mano del Mazzarino sono solo nove, due (del 21 gennaio 1650 – già pubblicata due anni prima in Morbio, Lettere – e del 27 settembre 1650) sono scritte dal segretario Ondedei. L’edizione Ricci comprende solo otto delle lettere pubblicate da Morbio: 25 febbraio 1650; 22 marzo 1650; 20 maggio 1650; 16 luglio 1650; 27 settembre 1650 (in Ricci è datata 2 ottobre 1650); 14 ottobre 1650 (in Ricci è datata 19 ottobre 1650); 31 ottobre 1650; 21 gennaio 1650. Le tre lettere pubblicate solo da Morbio sono quelle dell’11 febbraio 1650 del 6 maggio 1650 e del 14 giugno 1650. Nel 1848 Emilio Nunziante, nel pubblicare alcune lettere di Mazzarino riguardanti i moti di Napoli, aveva pubblicato l’estratto di una lettera a Giannettino, trascritta poi per intero dal Ricci, pp. 88-89 (la data però è diversa: 13 marzo 1648 in Ricci, 25 marzo in Nunziante).

[7] ASC, ms 049.

[8] Sulle pagine de “Il commercio” si legge: « La collezione Molfino contiene eziandio più che centocinquanta lettere autografe del Cardinale Mazzarino, dirette al Marchese Giustiniani di Genova, nelle quali in mezzo alle più frivole commissioni, si narrano i fatti più importanti dell’epoca ».

[9] Giuseppe Domenico, come si sa, era il figlio di Giannettino che alla morte del padre ne prese il posto; tutte le lettere contenute nel codice sono però indirizzate a Giannettino.

[10] 7 luglio 1645: 15 a penna, 9 a matita; 24 settembre 1646: 51 ora 27; 10 dicembre 1646: 71 ora 37; 5 aprile 1647: 81 ora 42; 4 luglio 1647: 91 ora 47; 21 settembre 1647: 101 ora 52; 26 dicembre 1648: 161 ora 80; 19 ottobre 1650: 200 ora 99; 21 agosto 1659: 311 ora 155; quella di Harcourt del 26 luglio 1640, ora 168 e ultima della raccolta, era la 336.

[11] « Sono sedici anni », scriveva a Mazzarino nel gennaio 1660, « (come dalle lettere di Vostra Eminenza, delle quali ne ho fatto legare due tomi acciocchè restino perpetuo fidecommisso nella mia casa) che servo il Re in qualità di suo ministro, come vedrà dalli aggionti soprascritti delle lettere de signori conti di Brienne, de quali ne ho quattro tomi, come anche nelle stesse che conservo di Sua Maestà, fatte legare con quelle di Vostra Eminenza, havendone di molte nelle quali dichiara nel soprascritto ‘estant pour mon service a Gênes’ se bene sono poi più di 25 anni che servo la Corona » (AAE, CP, Gênes 10, cc. 313-315, 14 gennaio 1660).

[12] L’originale è in AAE, CP, Gênes 9, cc. 322-323.

[13] Sono quelle del 7 agosto 1648 (nn. 66 e 67), del 29 luglio e del 18 settembre 1654 (rispettivamente nn. 116 e 119, e nn. 114 e 122). Per quanto riguarda la prima lettera, è difficile stabilire quale documento sia l’originale, poichè sembrano entrambi scritti a Parigi (su carta non di fabbricazione genovese), e forse anche sottoscritti dal cardinale; per le altre due lettere invece, ritengo che gli originali siano il n. 119 ed il n. 122. Vincenzo Ricci trascrive dai duplicati.

[14] I criteri di trascrizione adottati da Ricci sono piuttosto incerti; scioglie quasi tutte le abbreviazioni, ma mai V.S.; scioglie Rep.ca in Repubblica [con doppia b]; a volte trascrive la “v” con la “u”, a volte no. Non mancano errori di lettura. A p. 98, per esempio, trascrive un Post Scriptum autografo del cardinale, effettivamente di difficile interpretazione, in modo tale da renderlo quasi incomprensibile. Collazionando il testo originale con la copia conservata in BCB mr VI, 3, 2, è possibile riprodurre la versione corretta, che è: « Quando la Repubblica sarà ben informata di tutto, sarà assolutamente molto obligata al procedere che si è tenuto da questa parte, non essendosi havuta mai una minima propensione a far alcun caso della propositione delli Questa, né di ascoltar cosa alcuna che potesse essere in pregiuditio della medesima Republica, quando ancora vi fosse stato più apparente fondamento che non vi era nella chimera che proponevano li suddetti; per tale appunto essendo stata ricevuta qui, come potrebbero li medesimi avverare se volessero dir sinceramente la verità. In fine non si è voluto qui (siccome in effetti non era raggionevole) essere causa della rovina delli suddetti, ma nel rimanente replico che la Republica ha più occasioni di ringratiar le Loro Maestà che di dolersi ». Nella lettera del 19 ottobre 1650 (pp. 150-151) non capisce una correzione apportata dallo stesso Mazzarino, e lascia alcune parole in sospeso (si legge: « Ma mi rido bene della licenza con la quale parlano di me, essendo io di già sicuro che a suo tempo saria punita dal Re questa libertà » corretto su « Ma mi rido bene della licenza con la quale parlano di me, essendo io di già assuefatto a questa libertà »). Nella lettera del 6 giugno 1653 (p. 157-158) si trova “Presidente” invece di “Residente”. Le lettere sono disposte e numerate in ordine cronologico, ma quella del 16 marzo 1657 (125, p. 190) precede quella del 9 febbraio (126, p. 191).

[15] Di quella del 14 marzo 1649 (Ricci, pp. 125-127) Chéruel indica però come destinatari anche i cardinali Barberini, il duca di Parma, il duca di Modena, il granduca di Toscana, il duca di Mantova, il principe Tommaso, il cardinale Orsini e il signor Paolo Maccarani. Quella lettera del 30 aprile 1648 è pubblicata per intero in Ricci, pp. 92-95.

[16] Sono le seguenti: 20 luglio 1655; 14 agosto 1655; 16 ottobre 1655; 17 dicembre 1655; 6 gennaio 1656 (Ricci, pp. 182-183); 14 gennaio 1656; 3 marzo 1656; 17 marzo 1656; 14 aprile 1656; 5 maggio 1656 (Ricci, p.184); 12 maggio 1656 (Ricci, p. 185); 8 giugno 1656; 22 giugno 1656 (Ricci, pp. 185-187); 6 luglio 1656; 25 febbraio 1656; 25 gennaio 1658 (Ricci, pp. 194-195); 7 febbraio 1658; 15 febbraio 1658 (Ricci, pp. 195-197); 8 marzo 1658 (Ricci, pp. 197-198); 5 aprile 1658; 3 maggio 1658; 14 agosto 1658 (Ricci, pp. 199-200); 27 novembre 1658; 13 dicembre 1658 (Ricci, pp. 200-201); 9 gennaio 1659; 31 gennaio 1659 (Ricci, pp. 201-202); 14 febbraio 1659; 21 febbraio 1659; 9 maggio 1659; 16 maggio 1659 (Ricci, pp. 203-204); 30 maggio 1659; 6 giugno 1659 (Ricci, p. 204); 20 giugno 1659; 2 luglio 1659; 21 luglio 1659; 12 settembre 1659 (Ricci, p. 209); 18 settembre 1659 (Ricci, p. 210); 2 ottobre 1659 (Ricci, pp. 210-211); 21 ottobre 1659 (Ricci, p. 211); 30 novembre 1659 (Ricci, p. 212); 16 febbraio 1660.

[17] Due sono del 1647, una del 1648 (trascrivo queste tre dalle raccolte della BCB); diciassette sono del 1654 (in Ricci, p. 174 e p. 180, vi è un estratto delle lettere del 22 settembre e del 27 novembre), diciassette del 1655, dieci del 1656, quattro del 1657, quattro del 1658, tredici del 1659, sette del 1660.

[18] AAE, MD, France 259-285, Mazzarino a diversi, 1640-1660.

[19] BAV, Barb. lat. 6176-6181.

[20] BCB, BS, 46 e BCB mr. VI 3. 1-4; BL, ADD 8746-8750, 17322.




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Barbara Marinelli

Un corrispondente genovese di Mazzarino


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Indice
Abbreviazioni
Criteri di edizione
Indice dei nomi
Opere citate
Genealogia


Giannettino Giustiniani
1a 1b 1c 1d 1e 1f 1g 1h 1i 1j 1k 1l 1m

APPENDICI

2. Il Ristretto

3 Le lettere
3a. Introduzione
3b. 1647-1654
3c. 1655-1656
3d. 1657-1660


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