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Le madonne di Bloomfield
Vi ho raccontato di Bloomfield?
Bloomfield è un quartiere che sale in collina, spaccato a metà da Liberty Ave, dove gli capita di passare, a volte, un autobus. A fianco di questa via centrale, fatta di negozi (negozi e non mega mall, che miraggio!), bar e café, lavanderie, riparabiciclette e gioiellerie che assomigliano a botteghe di rigattieri, così grondanti come sono di anticaglie e di gatti, si stendono sui due versanti in dolce declino trame fitte di stradine e case in legno, serrate l'una all'altra come un patchwork, verde acqua, giallo cumino, bianco tartaro, rosa virgineo e acido violetto. Le case sono a due-tre piani, i tetti sembrano piovuti loro addosso con violenza, e la polvere che dalle viuzze evapora nelle fessure del legno sembra averle cementate ad aeternum, malgrado la loro intrinseca teatralità. Ogni casa ha davanti un balconcino con ringhiera, sedie a sdraio e vasi di fiori, pomodori, animali veri e di plastica, biciclette e copertoni. Su molte vegliano giovani, levigate madonnine di ceramica e vecchie, rugose madonne in carne e ossa. Le macchine sono posteggiate qua e là, luccicano nelle loro carrozzerie anabolizzante, e i bambini giocano nelle strade, a piedi nudi.
Mentre corro alla mia consueta velocità da turista rilassato, le vecchie sedute all'ombra dei balconi mi salutano levando la mano all'altezza del sorriso, e un vecchio con baschetto allarga le braccia e mi urla "fatti abbracciare, bella ragazza", in italiano, a cui segue uno scarto con accelerazione. Risalendo a stento per una delle viuzze, tra i mozziconi di respiro riesco ancora a contemplare il cielo pittsburghese, che non conosce sfondi di montagne od orizzonti marini, ma che si apre tra i tetti bassi delle case sul niente, regalando improvvisi moti di vastità.
Bloomfield è il quartiere meno verde, ma più colorato; è il quartiere dove gli affitti costano poco e fioriscono le yardsale (le svendite per strada di chi lascia la città); è il quartiere degli italoamericani, dei cartelli in italiano e dei tortellini comprati da Donatelli; è il quartiere dove pure si sono insediati polacchi e altra "gente dell'est" con imprevedute successive commistioni di colori; è anche, nella sua moderata povertà, il quartiere più sicuro, se appartieni a uno dei colori delle appartenenze citate, esempio triste di ghetto felice.
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Carola Frediani
Lettere pittsburghesi
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Indice
Prefazione
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31.
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