Confidenze on the road


- Avete così tanto spazio e lo riempite con il vostro individualismo -, ho detto una volta a un americano, mentre sfilavamo in una macchina-consuma-benzina su strade che non sono autostrade e non sono vie, ma strisce di asfalto nel nulla, circondate da sussulti collinari e mega-insegne pubblicitarie e cinematografiche pompe di benzina come totem di un'umanità estinta, e questo vuoto che si allarga intorno nel cielo chiaro e negli orizzonti liberi e nell'assenza di città e qualche casa hitchcokiana come davvero l'ultimo bastione nel deserto dei tartari, ed è strano pensare che siano loro i nuovi turchi, quando la potenza si nutre di ignoranza e degradazione, perché gli emarginati-marginali-marziani-malnati qui sono così tanti, se ti libri negli spazi vuoti dell'America non li vedi, da dentro la tua macchina comoda con la conca per la tazza di caffè e la birra, però basta un autobus, quello che prendi ogni mattina, per sentirti soffocare dall'alito caldo del riscaldamento e di una miriade di fricks, uomini-donne, vecchi-bambini, esseri umani deformati dal peso di vite consumate a consumare grassi e psicofarmaci, talk-show e ipermercati, spese in carte di credito che si trasformano in debito, in operazioni mal riuscite, malattie trascurate, capelli bruciati dall'illusione ostinata di sbiancarsi, orecchie imbottite in cuffie di walk-man, ventenni universitari che piangono e si parlano addosso su una panchina abbandonata, ragazzine che si applicano il trucco con i rulli, ma più ingenue dell'ultima delle novizie di un convento, ragazzini dallo sguardo introverso che scrivono solo di sesso e violenza, e pensano che la guerra sia finita nel'47, quando la pensano affatto, mentre tutto continua sempre uguale, qualche sparatoria qui, qualche sparatoria là, teen-ager più bianchi del bianco che sfoderano le pistole nei cortili di fuoco delle ricreazioni, e poi le sempre uguali foto di pianti, e abbracci, e disperazione, e tutto procede sempre uguale, i professori sorridenti fanno i professori sorridenti, gli studenti ambiziosi che vanno ad Harvard fanno gli studenti ambiziosi, e studiano critica politica cinema sociologia economia sviluppo affari, e tutto procede sempre uguale, e ti sembra che ogni giorno sull'autobus ci sia un frick di più, un nuovo pazzo, una nuova forma umana che non credevi possibile in natura, mentre l'autobus continua a svuotarsi e a riempirsi, e tu speri di non essere il prossimo.


Carola Frediani

Lettere pittsburghesi

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Indice
Prefazione

1. 2. 3. 4. 5. 6.
7. 8. 9.10. 11.
12. 13. 14. 15.
16. 17. 18. 19.
20. 21. 22. 23.
24. 25. 26. 27.
28. 29. 30. 31.



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