Agostino Schiaffino, Memorie di Genova

1629





(120 v.) Doge 54 Andrea Spinola q. Christophoro, creato anticipatamente li 26 di giugno et entra in governo li 28 detto.

1 - Li 9 di genaro in Genova si publica severo bando contro Gio Antonio Ansaldo ribelle.

2 - Li 11 muore Giorgio Centurione dell’ordine de Procuratori Perpetui.

3 - In questi dì vicino a Massa fu arestato il corriere che veniva di Roma e presegli le lettere dirette alla Republica.

4 - Nella mettà di questo mese il Conte d’Ognate, Ambasciatore cattolico deposto appresso il Pontefice, passa a Genova nel ritornar nella Spagna. Alloggiato da Don Carlo Doria, parte li 9 febraro.

5 - Il Publico niega l’ingresso nella Darsina per ripararsi dal freddo ad alcune galee dello stuolo di Napoli, per haver imbarcati buon numero di soldati e dovevano assistere in queste parti per impedire lo sbarco a Francesi che con galeoni armati a Marsiglia dovevano tentare esso sbarco per condursi al soccorso di Casale. Così si diceva.

6 - (121 r.) Li 29 il Gran Consiglio ascrive nella nobiltà i Costaguti di Roma, originarii di Chiavari, che si obbligano di pagare per sovenimento della Patria in questi travagli di guerra scuti 50.000 e parimente vi ascrive i Donghi di Voltri in numero 3, che per lo stesso effetto pagano scuti 30.000.

7 - In questo tempo era gran carestia d’oleo in Genova e nel Distretto. Si vendeva l’olio £. 48 il barile, il grano £. 30 la mina.

8 - In questo mese si passa in Genova la posta dell’ascritione. Li 19 riceve nella nobiltà 7 cittadini e 3 delle Riviere. I cittadini furono: Giacomo Tiscornia, Dottor di leggi, Gio Geronimo Cervetto, Gio Battista Canova, Dottor di leggi, Gio Geronimo Scribanis, Gio Battista Brero [1], di professione medico, Geronimo Panesi, figlio di Gio Battista, Andrea Costa q. Antonio. I rivieraschi: Filippo de Nobili, Dottor di leggi, cugnato del Cardinale Lodovico de Nobili di Vezzano, Gio Francesco Barla [2] del Porto Mauritio, Nicolò Gavotto di Savona.

9 - Li 29 di genaro il Signor Bartolomeo Lomellino conduce alla sua villa di Peggi il Cardinale Gio Domenico Spinola, ove si ferma sino il primo di febraro.

10 - Le nevi cadute dal cielo in molta quantità rompono gran numero d’alberi et in particolare d’olivi.

11 - Li 8 febraro il Magistrato dell’Inquisitori di Stato fa carcerare alcuni popolari, si disse per trascorso di lingua, cioè Vincenzo Legaluppo, Dottor di leggi, Giulio Cesare Carderina, N Chiegano, Luca Assarino e Gio Battista Zovagli.

12 - Li 9 il Cardinale Gio Domenico Spinola passa a Savona alla divotione di Nostra Signora. Ritorna li 13. [3]

13 - Il già Preposito di San Donato, carcerato per ordine del Senato nel 1628, nel mese di marzo è liberato con bando di relegatione nel Dominio a tempo per sentenza dell’Arcivescovo. Fu parimente liberato il prete Canonico delle Vigne con bando fuori del Dominio.

14 - Li 13 i Gandolfi, fratelli del Vescovo di Vintimiglia, furono per ordine del Senato fatti priggioni al porto per causa secreta. Sono condotti a Genova. (121 v.) Ritrovavasi il Vescovo loro fratello nella Spagna, Ambasciatore al Re Cattolico per l’Altezza di Savoia et era in Genova tenuto sospetto. Uno di loro fu essaminato a tormenti. Son liberati di presto.

15 - In questi giorni il Palazzo fece la sentenza a Francesco Martignone, Dottor di leggi, incolpato d’essere stato complice nella congiura dell’anno antecedente e perciò era stato carcerato. Costui si tenne a tormenti. Fu per essa condannato con tutto ciò a 30 anni di relegatione alla Bastia nella Corsica e compito detto termine a bando perpetuo fuori del Dominio, con comminatione in caso d’inosservanza di pena capitale, né che uscisse di carcere senza dar sicurtà di scuti 8.000 divisi in otto distinte persone, cioè scuti 1.000 per ogniuna.

16 - Ne principii di questo mese di febraro in Turino fu avenenato Gio Antonio Ansaldo. La pratica fu ordita in Genova. Né il veneno hebbe effetto curandosi in tempo.

17 - La mettà di esso mese o circa sono in Genova carcerati due scoperti da certo prete che riceve impunità, venuti da Turino, si disse con ordine ricevuto a bocca da quel Duca, per uccidere Gio Agostino de Marini dell’ordine de Senatori.

18 - In detto tempo comparve in Genova un gentilhuomo mandato dal Re di Francia alla Republica con sua lettera particolare per la quale si dava raconto della vittoria che haveva ricevuta della città della Rosella, avisandola che si apparecchiava di passare con essercito in Italia per porre in possesso del Ducato di Mantova il Duca di Nivers a cui si apparteneva e per diffenderlo dalle armi che gli molestavano il Monferrato e la città di Casale, offerendosi ad esso con sue forze che, diceva, non essere per far danno a Stati di alcuno di Genova. Passò ad altri Prencipi per lo stesso effetto.

19 - In Genova si elegge un Magistrato di 5 Senatori per far sodisfare li artefici da coloro che gli dovevano con procedere sommariamente.

20 - Nella chiesa Colegiata in Genova si fanno preghiere e processioni per conservatione dello stato della città d’ordine publico.

21 - Li 13 di questo mese [di] febraro muore in Genova il Padre Don Giovanni Scorcovillo, prete Teatino di Manfredonia, d’età d’anni 77, gran servo di Dio e principale (122 r.) della sua Congregatione. Il Signor Gio Giacobo Lomellino gli dà luogo nella propria sepoltura, nella sua capella situata nella chiesa di San Siro di quella Congregatione.

22 - Li 16 il Marchese di Castagneda, Ambasciatore cattolico, parte di Genova lasciando il suo carrico. Dà voce di voler ritornare di presto. La Republica resta mal sodisfatta di lui, sendosi penetrato che havesse tenuta mano alla mala sodisfatione d’alcuni popolari, capo de quali era il Dottor Ligalupo, che si trovavano carcerati, che pare che con il favore del Conte Monterei frescamente si fussero querelati a nome del popolo col Re Cattolico che in Genova non si osservassero le leggi, con l’accommodamento delle quali nel 1575 esso Re Cattolico per mezzo de suoi Ministri era intervenuto, ed essa querela fu rapresentata nella Spagna dal Marchese Santa Croce (Raffaele Torre nella Congiura).

23 - Li 19 prete Gaspare Carabella, Rettore della chiesa di San Giovanni di Sestri, pone lite alla chiesa nuova del borgo per haver pretensione che la chiesa di Sant’Oberto fusse del dominio di quella di San Giovanni, stante che l’Arcivescovo Pietro de Giorgi nel 1435, li 22 del mese di ottobre, l’haveva incorporata a quella chiesa per havere la communità di Sestri promesso di ristorarla come che fusse malconcia dall’ingiurie del tempo.

24 - Il Senato haveva frescamente restituita a Padri Teatini la chiesa di San Carlo, situata in Genova su la Piazza di San Giorgio. Onde li 2 di marzo di nuovo essi Padri cominciano a celebrarvi.

25 - Molte barche di Sestri detenute ne porti della Provenza sono rilassate.

26 - La Republica manda artaglieria nel castello di Gavi per sua sicurezza.

27 - In Genova d’ordine publico si fa discrizzione di tutte le persone passatevi ad habbitare da 6 anni in appresso e di tutte le altre, parrochia per parrochia, con particolare dilligenza.

28 - Li 8, dieci galee di Napoli, che erano nel porto con qualche fanterie, passando a stanziare a Villafranca per impedire lo sbarco a Francesi che, come si diceva, con galee volevano tentarlo per passare al soccorso di Casale. Li 15 ritornano nel porto di Genova.

29 - (122 v.) Il Brancaccio per ordine publico con genti passa nella Riviera di Ponente.

30 - La seconda domenica di Quadragesima in Genova si publica una indulgenza plenaria generale concessa dal Pontefice Urbano per li presenti bisogni di Santa Chiesa. Il primo di marzo.

31 - Il 24 di marzo il Marchese Castagneda, Ambasciatore Residente in Genova deposto, ritorna a Genova.

32 - Li 25 quattro galee della Republica collo stendardo portano milissie della Riviera di Levante ad Arassi per impedire qualche inconveniente che fusse potuto seguire, sendo il Re di Francia di persona con grosso essercito entrato nella Savoia per liberar Casale dall’assedio postole da Spagnuoli che con armi auxiliarie proffessavano di proseguir quella guerra a nome dell’Imperadore contro il Duca di Nivers ribelle dell’Imperadore. Era il Re francese con 22.000 fanti e 1.000 cavalli, 16 pezzi di canone. Occupa di subito Susa e la fortifica.

33 - Li 26 marzo il Re di Francia per un suo gentilhuomo fa richiesta al Senato che voglia dar passo a 30.000 mine di grano che doveva passar a Casale per proviggione del suo essercito. Fu compiaciuta con che un terzo resti per uso della città. Da questo gentilhuomo con lettera dal Re diretta alla Republica si intese, così raccontò, che Spagnuoli et Savoia, doppo che havessero espugnata Casale, d’accordo dovessero scendere a danni de Genovesi. Così pare che accennassero alcune lettere intercette dal Re francese.

34 - Il Re francese dà licenza che da suoi Stati si portino a Genova grano e vino.

35 - Circa la mettà di questo mese Gio Andrea Sartore fa priggione un giovane facoltoso di Savona. Chiede per suo riscatto doppie 6.000. Gli ne sono proferte dalla madre del giovane 2.000. Non le accetta. Gli manda con lettera una orecchia del figlio avertendola che se fra termine limitato di giorni non gli mandava tutta la somma, di mandarle la testa. Il fa non havendo potuto la madre porre insieme quello che chiedeva.

36 [4] - Circa la fine Polceveraschi son fatti essenti per alcuni anni da avarie personali e di stabili.

37 - (123 r.) Li 28 parte per Roma con una galea della Republica il Cardinale Gio Domenico Spinola.

38 - L’ultimo di questo mese si intende che il Pontefice permette alla Republica 800 fanti da farsi ne suoi Stati e 400 la Republica di Lucca.

39 - Nel principio di aprile il Palazzo fa sentenza ad Agostino Drago di 8 anni di relegatione nella Sicilia et all’Invrea di qualche poco tempo fuori del Dominio. Era il Drago priggione perché havendo il Ruffo, padre del Gio Giacobo, uno de congiurati, fatto riccorso a lui nel scoprire Giulio Cesare Vacchero et il figlio, per essere procuratore di liti, acciocché trattasse la immunità del figlio con ordine che rifiutava il premio della moneta che per la grida gli si doveva. Esso Drago, servendosi dell’Invrea per avansarsi di utile frodolentemente, negotiò et ottenne due impunità, l’una de quali servì a Gio Giacobo nominando per l’altra Geronimo de Fornari et scuti 4.000. Di che avertito il vecchio Ruffo raccontò nel Senato di havere ricercato l’impunità del figliolo solamente rifiutando il premio. Con tutto ciò restò in vita il Fornari.

40 - Il Palaggio libera per l’impunità concessa loro il Carderina, il Chiegaro dalle carceri per la causa nominata del Dottor Ligalupo.

41 - Li 10 parte per Provenza con una galea della Republica Agostino Pallavicino, Ambasciatore al Re di Francia, al qual Re la Republica fece presente di frutti di zuccaro per 1.000 scuti d’argento. Si rallegra seco della vittoria ottennuta della Rossella, della sua venuta in Italia con ringratiarlo dell’affetto con che si essibiva per mezzo del suo gentilhuomo d’esserle partiale.

42 - S’intende che Spagnuoli habbino abbandonata l’impresa di Casale e si siano ritirati in Alessandria.

43 - S’intende che nel principio di questo mese di aprile sii morto in Turino di morte naturale il Conte Gio Antonio Ansaldo ribelle della Republica.

44 - Li 22, domenica di Pasqua, nella Catredale di Genova, nel letionario, o più tosto sotto il trono del Doge, fu ritrovato un mascolo carrico con tre balle rivolto verso il trono ducale, con micchia preparata non ancora accesa, dovendo il Doge, Collegi intervenire alla messa per la processione dell’ottava di Pasqua (123 v.) delle Ceneri di San Gio Battista. Non essendosi potuto penetrare altro il reo fu condannato alla galea e vi fu accompagnato da birri col capestro alla gola nel mese di novembre.

45 - Nel fine di questo mese fu mandato priggione in Corsica Francesco Martignone per non havere dato la sicurtà per restare in quell’isola in sua libertà.

46 - Vengono nel porto galeoni napolitani con fantaria che sbarcano a Voltri.[5]

47 - Li 4, 5 e 6 di maggio in Genova il monastero del Carmine fa festa per la santificatione del Beato Andrea,[6] Vescovo di Fiesole di quell’ordine.

48 - Vengono a Genova per la Republica compagnie di lucchesi et una de romani.

49 - Li 10 Agostino Pallavicino ritorna dalla sua ambascieria al Re di Francia.

50 - Li 12 sono portate a Genova 6 teste di banditi, fra esse quella di Gio Andrea Sartore, con taglia di scuti 2.000 d’argento, uccisi nel territorio di Maraxi.

51 - Li 14 le galee della Chiesa portano a Genova soldati romani per la Republica.

52 - Li 28 li heredi di Steffano, Luiggi e Gio Battista Spinoli fratelli si scuoprono falliti per scuti 800.000.

53 - Si sbarcano grani a Varagine per lo campo francese che era a Susa per soccorer Casale.

54 - Li 22 Alessandro, fratello bastardo del Re di Francia, Cavaliere di Malta, in Genova visita le chiese. Vede San Pier d’Arena. Alloggiato nel Carignano da Ugone Fiesco, parte per Francia il dì seguente.

55 - Li 23 il Palaggio fa sentenza a Marc’Antonio Grillo di 15 anni di priggione in torre, con dichiarare che ogni volta che ricercasse gratia debbano di bel nuovo cominciare essi anni 15. Se si trovasse modo di cavare essa gratia per altra via, che non la possa ottenere senza tutte le balle de due Colegi e del Consiglietto. Se cercasse fuggire cadi in pena di vita, fuggendo, di ribellione in primo capo. Esso Grillo, però, senza confessare cosa alcuna haveva sofferto un’ora e tre quarti di corda e 40 hore di sveglia.

56 - Li 24 li Inquisitori di Stato fanno priggione, per mezzo di Steffano Spinola Mongiardino con cento Corsi in Chiavari, il Colonello Bartomellino Sartore per causa non penetrata.

57 - Li 25 vengono in Genova per la Republica compagnie di Trentini.

58 [7] - (124 r.) Nel principio di giugno, o più tosto giorno avanti, in Genova galee di Sicilia con fanteria di Spagna.

59 - Principio di giugno si chiudono per ordine del Magistrato di San Giorgio tutte le botteghe situate sotto il Palaggio di quella residenza con danno d’esso Monte, per aviso dato da Francesco Pescio calegaro che perciò ottenne impunità per essere stato partecipe della congiura ne era stato scoperto.

60 - In detto tempo galee di Napoli della squadra di Genova con fantaria di Spagnuoli e con quelle di Sicilia sbarcano a Voltri.

61 - La mattina de 11 giugno si vedono sopra un palco decapitati con quattro torchie ardenti nella Piazza de Pollaroli a Palazzo i corpi di Gio Battista Grandino e Giulio Compiano del numero de congiurati, decapitati la notte antecedente in priggione.

62 - Li 16 muore in carcere Simone Piaggia, incolpato d’havere havuto mano nella congiura e non era per ancora sententiato.

63 - In questi giorni i Padri Teatini di San Siro per loro stessi, senza altra solennità, prendono il possesso della chiesa di San Giorgio aprendo una porta nella loro casa contigua alla detta chiesa che rispondeva nel suo coro. Era detta chiesa vacante per la morte del suo Rettore ed essi Padri l’havevano impetrata dal Pontefice senza saputa de Signori interessati. Nel dominio d’essa l’Arcivescovo et il Senato ne strepitano ed essi sono tolti da quel possesso.[8]

64 - Li 21 luglio in Genova con galee per Malta Don Giovanni di Ribera, nuovo Ambasciatore cattolico per residenza e con esso il Duca di Alcalà, che passava a Napoli nuovo Viceré. Tocca a Portofino.

65 - Nella fine d’esso mese si apre in Genova la nuova strada che comincia da Vereri e termina dal ponte della Dogana finita d’ambi le parti di botteghe.

66 - Li 18 agosto in Genova, di passaggio per Spagna venendo di Napoli, il Contestabile di Navarra, figlio del Duca d’Alva, Viceré nuovamente deposto di Napoli.

67 - Li 19 in Genova, con stuolo di galee venendo di Spagna, il Marchese Ambrosio Spinola, il Duca dell’Elma et il Marchese Santa Croce. Il Marchese et il Duca alloggiano nel palaggio della Duchessa Lelia Grimalda a San Francesco, sorella (124 v.) d’esso Marchese, il Santa Croce in sua casa che teneva aperta in Fassolo. Lo Spinola il dì seguente fu visitato dal Doge e Colegi e rese loro la visita. Rifiutò il Duca dell’Elma la visita publica alleggando di essere soldato del Marchese Spinola. Si disse che prendesse questa scusa per non dar titolo di Serenissimo al Doge. Venne in Italia lo Spinola, mandato dal Re Cattolico con autorità assoluta per compor la pace d’Italia se si accordassero le cose con riputtatione di quella Corona ed altrimente per far guerra, per sostentamento della quale portò seco di Spagna un millione e 400.000 scudi contanti. Diceva passar a Milano a restar Governatore di quello Stato mentre che si trattenesse in Italia per questa pratica, finita poi passar nella Fiandra contro ribelli. Portò lettere del Re per lo Papa et altri Prencipi con ordine che negotiasse con ciascheduno d’essi e concluda il tutto senza altro assenzo reggio. Don Carlo Duca di Tursi nol visita, negando lo Spinola di darli titolo d’eccellenza. Parte per Milano col duca dell’Elma li 23. Lasciò in Genova 10.000 pezzi da 8 reali da maritar povere donzelle della Città e Riviere.

68 - Li 29 detto mese d’agosto il Duca d’Alva, Viceré di Napoli deposto, in Genova di viaggio per Spagna.

69 - Detto dì Don Gonzallo di Cordova, Governatore deposto di Milano, alloggia in Peggi dal Prencipe Doria. La sera dello stesso dì passa a visitarlo Don Roberto Datolo, Maestro di Campo che era a servigi della Republica et alloggia nel monastero.

70 - Ne principii di settembre in Genova il Palazzo fece la sentenza del Dottor Legalupo et è condannato a carcere di vita. Per la stessa caggione Gio Bernardo Levanto fu condannato a 20 anni di carcere.

71 - Li 11 detto, la notte, per temporale tristo crebbe la Polcevera et uscì del suo letto con far danni per scudi 200.000. Il piccolo fiume di Varenna parimente fece danni a molini per estimatione commune di oltre scuti 1.000.

72 - Li 15 partono di Genova per Spagna con stuolo di galee il Duca d’Alva et il Cordova.

73 - Li 22 di detto mese ritorna a Genova Carlo Salvago, rilasciato dal Duca di Savoia ad instanza d’Isabella Infanta di Spagna che fu moglie di Alberto (125 r.) Arciduca d’Austria, sendo sino a questo tempo stato ritenuto priggione in Turino con altri cavalieri genovesi.

74 - Li 24 in Genova si publica ribelle in primo capo N Frugone, Gio Battista Zovagli, priggione in Genova per la causa allegata. Fu rellegato per 8 anni in Sicilia con scuti 4.000 di sicurtà. Gli è poi mutata la relegatione a Napoli.

75 - Li 28 in Genova li preti Teatini ritornano al possesso della chiesa di San Giorgio.

76 - Li 29 Domenico de Marini Arcivescovo di Genova comincia la visita della sua Diocesi dal luogo di Arenzano et in Voltri consacra la chiesa di Sant’Ambrosio. Li 3 d’ottobre l’Arcivescovo sudetto sospende la chiesa et il curato della chiesa di San Martino di Peggi nel proseguire la sua visita, perché haveva ricusato di dargli hospitio. Li 13, poi, Monsignor Simone Corradi, penitenziere della Catredale e Gio Battista Podestà, delegati dell’Arcivescovo sudetto, visitano essa chiesa e li togliono la sospensione sì come fanno al suo curato.

77 - Li 11 Gio Vincenzo Spinola, dell’ordine Heremitano di Sant’Agostino, Vescovo di Brugnato, con licenza dell’Arcivescovo sudetto consacra la chiesa Parrochiale nuova di Sestri dedicata a Santa Maria Assonta et a San Giovanni Battista e benedice le sue campane.

78 - Li 11 in Genova Agostino Pallavicino fatto priggione per ordine publico per havere nell’uscire di Consiglietto parlato con troppa libertà. Li 15 fu rilasciato.

79 - In questi giorni la Republica stimolata dal Re Cattolico a dichiarare che fortuna volesse seguitare nelle presenti guerre, tutto ch’ella si fosse mostrata bene affetta verso la Corona di Francia, alla fine si dichiarò imperiale. Ciò si intende di segreto per servarsi maraviglioso silentio nella nobiltà.

80 - Si fanno dilligenze straordinarie del Magistrato della Sanità sentendo che la contagione della peste molestasse parte della Francia e del paese de Grigioni.

81 - La fine di questo mese fra Nove e Gavi fu ucciso da assassini il Padre Fra Angelo Dolera di Moneglia, ministro de Padri Minori Osservanti che ritornava di visita della Lombardia. Con che in Genova si publica bando contro li uccisori.

82 - Circa la mettà di novembre in Genova il Magistrato della Sanità interdisse per lo rimanente d’esso mese lo Stato di Milano per tema della contagione.

83 - (125 v.) La sera de 14 detto e li 2 seguenti in Genova dal Publico e dall’Ambasciatore cattolico e dal Prencipe Doria si fanno allegrezze per la nascita del Prencipe di Spagna.[9]

84 - Li 23 detto in Genova per ordine del Magistrato dell’Inquisitori di Stato è fatto priggione Agostino Castelletto, Chierico e Protonotario Apostolico.

85 - Nella fine di questo mese in Genova si passa tassa o contributione a sudditi del Dominio di uno in 200 per raccor moneta per la fabrica delle nuove mura per anni 6, per la quale non potesse essere agravato un padre per sé e per 3 suoi figlioli maggiori e rispetto a rivieraschi di soldi 10 in £. 50.

86 - Si proroga l’interdetto dello Stato di Milano per altri 10 giorni.

87 [10] - In questo mese si muore in Parma il Padre Don Angelo Grillo, monaco casinese.

88 - Li 2 di decembre muore in Genova Christofforo Mercadandi, sarzanese, Vicario Archiepiscopale. Per quanto si disse lasciò di facoltà £. 200.000 guadagnate in quel carrico.

89 - Li 9 si publica in Genova un giubileo in forma d’anno santo concesso dal Pontefice Urbano per li presenti bisogni di Santa Chiesa.




1628 * 1630 * inizio pagina


[1] B (correttamente): “Boero”.

[2] Baila?

[3] In B segue: “La fiera d’Apparitione si fa a Nove”.

[4] Manca in B.

[5] In B segue: “La fiera di Pasqua si fa a Nove”.

[6] B aggiunge “Corsini”.

[7] Manca in B.

[8] In B segue: “Li 16 detto [giugno] anticipatamente si crea Doge Andrea Spinola q. Cristophori, dell’Ordine de Senatori. Li 28, compiti li due anni di Gio Luca Chiavari, entra al Governo della Republica”.

[9] B: “Li 16 decembre si publica in Genova il giubileo in forma d’anno santo per la terza e quarta domenica dell’Avvento”.
 “Li 19 [dicembre] fu in Genova ucciso Gio Battista Fiallo, con che restò vano il contratto della vendita fatta seco li anni avanti della villa della marina non essendo comprovata dalla Sede Apostolica”.

[10] Manca in B.


Agostino Schiaffino

Memorie di Genova
(1624-1647)

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2a 2b 2c 2d 2e


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