Agostino Schiaffino, Memorie di Genova

1634





1 - (140 r.) Il mese di genaro e quello di febraro seguono bellissimi, onde che per qualche mesi avanti si provò tristi tempi.[1]

2 [2] - Gio Francesco Tasso, uno de nominati della congiura del 1628, sendo in Anversa (140 v.) è assoluto di quella colpa. Compare in Genova nel genaro e di presto si ritorna nella Fiandra.

3 - Li 18 il mare irato per rabbia di vento lebecchio rompe una polacca nel porto di Genova. Si portano le Sacre Ceneri di San Giovanni Battista sul molo e si quieta assai, cessando il pericolo destandosi tramontana.

4 - Monaci di Camaldoli di Firenze ricevono il possesso della chiesa di Santa Tecla di Bisagno, lasciando essa chiesa d’ordine del Senato altri monaci dello stesso ordine di Turino, non volendo il Senato quella natione nel suo Dominio.[3]

5 - Circa la mettà di febraro il Magistrato della Sanità in Genova dà pratica libera a Monaco e suo Stato, non già perché non fusse libero per avanti dal contagio, ma per male sodisfationi che haveva la Republica dal suo Prencipe. Dà parimente pratica libera nella fine d’esso mese allo Stato del Gran Duca di Toscana.[4]

6 - Nel mese di marzo abbondanza in Genova di grano. Quello della marina di Siena, di peso cantara 2, si vendeva £. 12 moneta corrente.[5]

7 - Li 20 detto parte per Spagna con galee della Republica Cesare Durazzo, Ambasciatore a quel Re per interessi privati di zenda.

8 - Li 16 giunge in Genova di passaggio un fratello del Re di Polonia, veniva di Francia, parte li 19, Carlo Alessandro.

9 - Comparvero in Genova, in stampa, i capitoli della pace accordata dal Re Cattolico tra la Republica et il Duca savoiardo in 17 articoli distinti. Fra essi ne fu uno della rimissione de ribelli e banditi per cagione della congiura, fra essi ne erano dieci nominati, cioè 3 Bianchi, il Martignone, il Maggiolo, Gio Francesco Tasso e se ne risalvava il Re alcuni da dichiarare e per essa risalva non sono detti capitoli accettati dalla Republica. Erano stampati in Milano in lingua spagnuola.

10 [6] - Erano stati carcerati dall’Inquisitore in Genova alcuni heremiti che si congregavano in una casa da loro compra in Origina e designavano di formare una nuova congregatione. Erano costoro del Dominio Genovese, ignoranti di lettere et havevano mille caprici nel capo. Li 20 di marzo fu sentenza che si separino e lascino (141 r.) l’habbito che portavano e prende il possesso della casa. Pratica notata distintamente nelli Annali Sacri.

11 - Per interpositione dell’Ambasciatore cattolico Residente in Genova si accorda certa differenza nata per avanti fra la Republica et il Prencipe di Monaco per ragione di giurisditione maritima.

12 - Li 28 di marzo giunge in Genova con due galee francesi Monsieur della Novaglia, Ambasciatore del Re francese Residente in Roma. Fu dal Senato fatto incontrare con una galea da Signori Gio Battista Spinola q. Georgio e Giulio Pallavicino. Alloggiato nel palaggio del Conte di Tassarolo, visita il Senato et il Doge. Parte il primo d’aprile colle stesse galee.

13 - Li 9 aprile, domenica delle Palme, si publica un giubileo generale concesso dal Pontefice per impetrare l’aiuto divino per bisogni di Santa Chiesa.

14 - In questi dì nel Maggior Consiglio si tratta la pratica della pace colli capitoli accennati di sopra. Non passa.

15 - Nel mese di aprile la Republica manda in Milano Agostino Centurione q. Steffano perché insieme con Gio Michele Zovagli negotii il trattato della pace che si praticava dal Cardinale Infante. Parte li 26 di Genova.

16 - In esso mese, o nella fine dell’antecedente, giunge in Genova un secretario imperiale per lo quale l’Imperatore diede racconto alla Republica et ad altri Prencipi d’Italia della morte violenta seguita di suo ordine al Valastain suo generale traditore.

17 - Il Cardinale Infante fa la dichiaratione, per ordine del Re suo fratello, delli articoli della pace formati d’esso Re. La Republica si mostra renitente ad accettare essa dichiaratione non volendo includere in quelli che dovevano goder del perdono, trattone li 10 nominati, altri che havessero machinato novità et alteratione nelli congiurati puniti, né voleva che restasse viva l’autorità che quel Re si riserbava.

18 - Li 2 di maggio, con due galee della Chiesa venendo di Roma, giungono in Genova li Cardinali Agostino Spinola et Steffano Durazzo, stato fatto dal Pontefice Legato di Ferrara. Sono alloggiati da parenti, visitati dal Doge e Colegi, rendono le visite.

19 - (141 v.) In questo mese e nell’antecedente in Genova seguono gran morti di fanciulli, maschi e figlie, d’infirmità di varole. Così nel distretto et in Genova alcune donne partoriscono di un parto 3 e 4 bambini che non vissero.

20 - Li 7 di maggio giunge in Genova venendo di Spagna con galee Don Filippo Marchese Spinola.

21 - Li 10 in Genova il Cardinale Gio Domenico Spinola viene dalla sua chiesa di Sarzana per cagione di visitare li 2 Cardinali di sopra. Parte li 18.

22 [7] - Li 11 marzo il Pontefice concede indulgenza plenaria per 7 anni venturi all’Oratorio de Santi Martiri Nazario e Celso di Multedo. Li 11 di aprile i fratelli d’esso Oratorio danno principio a farlo dipingere da Lazzaro Tavarone con spesa di £. 900, oltre altre spese.

23 - Li 18 maggio parte di Genova per la sua Legatione il Cardinale Durazzo.

24 - Li 23 detto il Cardinale Agostino Spinola parte di Genova per Milano a far riverenza al Cardinale Infante. Ritorna tosto e fa l’estate a Genova.

25 - Li 20 in Genova Nicolò Francesco Duca di Lorena colla Duchessa sua moglie. Alloggiato nel palagio di Filippino Spinola. Passavano a Firenze. Eransi fuggiti di Francia. Fu esso Duca Cardinale et era fratello della Duchessa d’Orliens. Parte per Livorno li 23.

26 - Li 21 parte per Spagna Giacomo de Franchi, Ambasciatore residente appresso quel Re.

27 [8] - Li Padri di San Nicolò di Tolentino, per ritenere la chiesa di Santa Maria di Castiglione di Sestri, mostrano per scrittura publica di havere con effetto fatta entrata ad essa chiesa per mantenimento di 12 religiosi, promettono di non questuare in Sestri sotto pena di perdere quella chiesa, con speranza d’ottenere dal Pontefice dispenza per tenere quell’entrata, acciò per agevolare il consenso che ricevevano da monasteri vicini.

28 - Li 17 di giugno in Genova venendo di Spagna il Cardinale Cesare Monti, Arcivescovo di Milano. Alloggiato nel palaggio di Filippino Spinola, visitato dal Doge e Colegi, parte per Roma li 20.

29 - Sudetto dì alloggia a Peggi, nel palagio del Prencipe Doria, Hamodei, Marchese milanese. Passava con sua casa a vivere nella Spagna. Fu visitato dal Prencipe sudetto e da gran nobiltà. Parte tosto.

30 - (142 r.) Li 5 di luglio il Cardinale Infante, sendo in Como, in viaggio per Lamagna, modera la dichiaratione delli articoli della pace che con tale moderatione fu accettata dalla Republica e dal Duca di Savoia. Con che si ritornarono a Genova Agostino Centurione e Gio Michele Zovagli e li 10 detto Don Carlo Doria Duca di Tursi parte di Milano. Il Cardinale prima di questo.

31 [9] - Nella mettà d’esso mese in Genova, per ordine publico, Nicolò Spinola, capitano di una galea dello stuolo di Don Carlo, fatto priggione perché mancò di salutare la fortezza di Vado. Nicolò Sperone, capitano d’altra galea dello stuolo sudetto, fu privato di quel commando dal Marchese Santa Croce per haver salutato. Fu [lo] Spinola dopo 10 dì liberato senza pena et lo Sperone dopo qualche tempo restituito.

32 [10] - Nello stesso tempo in Genova fu fatto priggione un comito genovese di una galea di Sicilia perché nel porto tentò di levar il luogo dovuto alla galea patrona della Republica.

33 - Nella fine d’esso mese, per la conclusione effettiva della pace, la Republica mandò l’artaglieria che doveva restituire al Duca di Savoia ad Oneglia.

34 - Li 28 a Genova, alle 15 hore, fu ucciso d’archibugiata Anselino Salvago per opera di Agostino Doria q. Gio Carlo.

35 - In questo mese, con stuolo di galee, in Genova venne di Spagna il Marchese Santa Croce, Tenente Generale di mare del Re Cattolico, benemerito della Republica. Alloggiato dal Duca di Tursi, visitato dal Doge e Colegi, dà al Doge titolo di Serenissimo. Era nobile genovese. Parte per Sicilia doppo 4 dì.

36 - La Republica dà nuova a Prencipi della pace stabilita con Savoia per la quale il Duca far doveva la restitutione ad Oneglia della artaglieria. Manda a Cheri Raffaele Torre e Francesco Imperiale a far la restitutione de Stati che teneva del Duca e ricevere quelli che teneva della Republica et ad accordare la restitutione da farsi a particolari genovesi dal Duca per danni dati loro. Partono costoro li 11 d’agosto e ritornano senza conclusione li 10 ottobre. Si doveva publicare essa pace et il commercio fra popoli delli 2 Dominii tra sé il primo d’agosto, nel qual giorno si publica per grida.

37 - In pochi giorni di prima i Colegi e Minor Consiglio decretano di non mandare Ambasciatori d’obbedienza (142 v.) a nuovi Pontefici se non li ricevessero in publica audienza nella sala reggia.

38 [11] - Li 6 d’agosto in Sestri, nella chiesa di San Francesco, si instituisce una compagnia di confratelli delle Sacre Stimate.

39 - Roberto Datolo, Mastro di Campo dell’armi genovesi, per la pace stabilita parte di Genova.[12]

40 [13] - Nelli due ultimi mesi dell’anno passato e nel genaro di questo fu in Genova Gaspare Scioppio, Consigliere Imperiale, grande letterato di natione todesco. Costui passava a Prencipi a cercare aiuto per un certo che si diceva fratello del Gran Turco maggiore ch’era christiano, chiamandosi il Soldano Jachet. Pretendeva esso Soldano che a lui pervenisse l’Impero turchesco e cercava di provare se potesse levar il fratello di Stato. Dimorava in questo tempo in Turino, scrisse alla Republica con cercarle aiuto, promettendole, se mai avvenisse che si ripponesse in Stato, tutti i Dominii che per avanti possedeva nel Levante. Ottenne lo Sciopio per costui un decreto di gran promessa dalla Republica, sempre che egli ponesse insieme armata per l’impresa che praticava. Nel mese di genaro scrisse in Genova, esso Sciopio, una epistola latina al Signor Federico de Federici, dell’ordine dei Senatori, nella quale loda in estremo Genova città et ad essa rispose il Federici con un assai lungo discorso in cui mostra l’imprese e le glorie della Genovese Republica in volgar favella, che colla epistola si legge in stampa [14] et il Soldano Jachet, ritornando di Turino, passando a Malta, passa per Genova.

41 [15] - Li 27 d’agosto, domenica, la chiesa di San Marco in Genova fa solenne translatione di due corpi de Santi Tortora e Santa Donata Martiri, che furono donati ad essa chiesa da Giacomo Conforto, genovese, habbitante in quella Parrochia, che li ricevè 6 mesi di prima nella città di Cagliari in Sardigna, ove furono con altri scuoperti nella distrutta chiesa di San Saturnino et erano depositati in Genova in San Vittore.

42 - Li 26 ritorna in Genova per stanza Monsieur Sobrano, Agente del Re di Francia, partitosene alcuni mesi di prima et in scritto dà racconto alla Republica dell’affetto del suo Re verso d’essa.

43 - In questo dì ed un giorno dopo nella Catredale di Genova, con scandalo della città, segue publicamente rissa grossa tra il Colegio de Canonici e preti della Massa. -

44 - (143 r.) In questo mese in Palermo il Marchese Santa Croce, Tenente Generale, dà la precedenza alle galee di Malta togliendola a quelle della Republica che sempre l’hebbero per avanti.

45 - Nella fine di settembre in Genova e Distretto s’intima una decima di 2 per 100, concessa dal Pontefice per aiuto dell’Imperadore, da scuodersi dalli ecclesiastici su redditi certi et incerti, tanto regolari come secolari.

46 - Il Senato per suo decreto ordina a Padri [di] Camaldoli che fra 20 giorni dichiarino quali de due luoghi vogliono ritenersi: o Santa Tecla o Sant’Oberto.

47 - Ritornando di Sicilia, le galee di Genova nell’entrare in porto, al solito, salutano la città e lo stendardo del Re Cattolico. La città risponde loro e la capitana del Re e due galee di Spagna manca[n] di rendere il saluto. Il dì appresso rende la capitana sudetta et il Duca de Tursi se ne scusa con dire ciò non essere stato suo ordine. Fa carcerare il comito. Non era egli in Genova ma in Savona.

48 [16] - Il primo di settembre il Senato per suo decreto ordina a notari che ricevendo i testamenti operino che si facci legati per sovenimento de luoghi pii di Gerosolima et il dì seguente il Colegio d’essi notari per suo decreto ne dà parte a tutti di loro.

49 - Li 8 con galee parte per Spagna il Cardinale Agostino Spinola.

50 - Li 13 in Genova il Maggiore Consiglio priva della nobiltà il Marchese Santa Croce et il Marchese del Viso, suo figlio, genero del Duca Don Carlo Doria. Decreta che non si concedino le galee a Prencipi se non si riceve parola che sarà dato il luogo loro che tocca ad esse. Né si diino se non colli due terzi de voti del Minor Consiglio.[17]

51 - In questo mese Spagnuoli mancano in Genova di portar armi scoperte. Commandamento dell’Ambasciatore cattolico. Si tenne che venisse l’ordine di Palazzo.

52 - Nel principio d’esso mese muore nel monastero della Concessione, fuori di Genova, de Padri Capucini, d’anni 90, Frate Tomaso [18] del luogo di Trebiano, con oppinione di Santità, poiché Iddio per sua intercessione, così in vita come in morte, operò molte gratie a particolari et specialmente nella (143 v.) sua morte e sepoltura concorse gran genti a quella chiesa. Si racconta che hebbe gran visioni et [spirito] [19] di profetia.

53 [20] - Il primo di ottobre Vincenzo Spinola, Vescovo di Brugnato, consacra la chiesa di Santa Maria di Concetione de Capuccini di Sestri.

54 - In Genova si trattava d’accrescere il numero delle galee, onde il Senato per suo decreto, li 10 di questo, ordina a Geronimo Adorno, Andrea Spinola e Lepido Invrea, dell’ordine de Senatori, che considerino e rifferischino d’onde si havesse a cavare il suo sostentamento.

55 [21] - Li 15, per publica grida, in Genova si propone premii a chi rivelasse scritture publiche che fussero appresso de privati, o le consignasse ad alcuni de secretarii.

56 - Li 30 i Colegi per decreto ordinano che sia data una colana d’oro di valuta di £. 1.200, di danaro publico, a Marino di Marini, nobile genovese, inventore di bombarda di cuoio di più leggierezza e facilità di quelle di metallo.

57 - Nella fine d’esso mese l’olio si vendeva £. 50 il barile.

58 - Li 17 decembre Cesare Durazzo ritorna dalla sua Ambasciaria di Spagna con galee della Republica.

59 [22] - Li 11 muore nel monastero di San Domenico di Genova, Fra Gio Battista Bossio di Capriata, Inquisitore nel Dominio genovese.

60 - Li 18 venendo di Milano giunge in Genova il Cardinale Teodoro Triultio, che li 23 passò a Monaco.

61 [23] - La communità di Sestri fabrica un organo per la sua chiesa di Santa Maria Assonta di grossa spesa. Si comincia a suonare la notte del Santo Natale di Christo.

62 - Nelli ultimi giorni di questo anno compariva scritta a penna la Congiura del 1628, descritta da Raffaelle Torre [24], Dottor di Leggi e doppo qualche giorni se ne ricercano con diligenza le copie per estinguerle. Non furono però vietate con bando.




1633 * 1635 * inizio pagina


[1] In B segue: “Si pone la posta dell’ascrittione e non passa”.

[2] Manca in B.

[3] In B segue: “S’intende che in Milano sii conclusa la Pace con la Republica e ‘l Duca di Savoia”.

[4] In B segue: “La fera d’Apparitione si fa in Nove”. - "Si dà prattica libera al Gran Duca di Toscana essendo libero dalla contaggione”.

[5] In B segue: “Viene nuova certa che ‘l Valestain, Generale dell’armi imperiali nella Germania contro successori del Re di Svezia, ribellatosi dall’Imperatore sii stato ucciso da suoi capitani”.

[6] Manca in B.

[7] Manca in B.

[8] Manca in B.

[9] Manca in B.

[10] Manca in B.

[11] Manca in B.

[12] In B segue: “La fera d’agosto si fa a Nove”.

[13] Manca in B.

[14] Lettera dell’Illustriss. Signor Federico Federici nella quale si narrano alcune memorie della Republica Genovese, Genova, Pavoni, 1634.

[15] Manca in B.

[16] Manca in B.

[17] In B segue: “Li mesi avvanti [settembre] Marino de Marini, nobile genovese, fu inventore in Genova di bombarde fabricate di coio e legno con qualche ferro”.

[18] Baracchino.

[19] Lacuna; B: “spirito”.

[20] Manca in B.

[21] Manca in B.

[22] Manca in B.

[23]Manca in B.

[24]R. Della Torre, Congiura di Giulio Cesare Vachero (pubblicata da Cesare Leopoldo Riccio), Firenze, ASI, 1846; vedi pure A.S.G., ms. 133.


Agostino Schiaffino

Memorie di Genova
(1624-1647)

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