Agostino Schiaffino, Memorie di Genova

1636





1 - (148 v.) Per questo tempo era nella Liguria carestia de grani et il Re di Francia ne offere quantità considerabile per sovenimento de popoli. Così si diceva.

2 - Li 17 genaro la Principessa di Carignano, moglie del Prencipe Tomaso di Savoia, che si tratteneva tuttavia in Genova, in carrozza vede la villa del Signor Bartolomeo Lomellino.

3 - Li 18 il Magistrato dell’Inquisitori di Stato fa priggione Lorenzo Mortora, Procuratore de liti, per havere trasparlato contro la riverenza del Doge che fu relegato per 3 anni a Sarzana.

4 - Li 29 il Maggior Consiglio dà autorità al Magistrato dell’Olio che possa negotiare in olii con forastieri e fare appalti per maggiore utile della Republica per 10 anni.

5 - La notte de 18 genaro, il dì e la notte seguente fu nel porto di Genova grave fortuna di mare con rabbia di venti lebecchi. Si portano le Sacri Ceneri di San Giovanni Battista sul molo. Le navi patiscono danni di rilievo, così altri navigli. Si perderono un galeone chiamato La Cruz, spagnuolo, con carrico di fantaria, una nave fiaminga detta La Rosa, che era a carrico de Signori Lomellini, padroni di Tabarca, una nave amburghese che carricava di Sicilia, una inglese venuta con salacche, una bertagnina carrica di grano, due polacche carriche di carbone una e l’altra di legne. La nave Carriola, genovese, investita dalla Rosa, fu rotta da una parte sendo carrica et in punto di partire per Spagna.

6 - Nel mese di febraro per ordine publico nel Dominio si registrano e compiscono le (149 r.) compagnie de soldati scielti per mandarli alla custodia de confini, per schivare qualche male incontro, per li mottivi dell’armi francesi e de collegati nella Lombardia.

7 - Nel fine d’esso mese si intende che di Spagna sia dato ordine alle galee delle squadre di quel Re che non si astenghino di prendere navigli francesi ne mari di Genova, con che li presi in essi mari non si conduchino ne porti della Republica.

8 - Li 5 di marzo passa per Genova Monsieur di Cavre,[1] Ambasciatore del Re di Francia al Pontefice. Fu alloggiato nel palaggio di Filippo Centurione.

9 - Il Publico, li 7, passa tassa di un terzo per 100 da £. 6.000 in su per un anno.

10 - In questo mese il Prencipe Doria manda genti sotto condotta di Federico Imperiale per sopprendere Valdetaro, occupato per lo avanti dal Duca di Parma al Prencipe Valdetaro suo socero, che gli haveva assegnato in dote ed egli n’era stato investito dall’Imperadore. Se ne fa padrone l’Imperiale ed esso Prencipe la fine d’esso mese vi passa a ricevere il giuramento da sudditi.

11 - Li 22, Sabbato Santo, entrano nel porto di Genova 12 navi di ritorno di Olanda carriche di grani, legne e legumi.

12 [2] - Li 15 del mese febraro il Signor Bartolomeo Lomellino, per breve apostolico dato in questo giorno, riceve facoltà che nella capella privata del suo palaggio di villa ogni giorno si possa celebrar più numero di messe, nessuno escluso e che vagliono a chi le sentirà al precetto della Chiesa purché nel tempo che si celebreranno essa capella resti ... ad ogniuno senza pregiuditio del jus parrochiale.

13 [3] - Li 26 li Signori fratelli Della Chiesa q. Geronimo conducono la lor nave a Peggi sendo vecchia e malconcia per lo danno patito ultimamente nel porto e la disfanno.

14 - La notte di Venerdì Santo muore in Genova, nel suo monastero, il Padre Ilario Brogognone, religioso sacerdote de clerici regolari detti della Croce, gran servo di Dio. Fu il suo corpo visitato da numero di nobiltà e di popolo, vi concorsero assai infermi. Fu posto in cassa di piombo.

15 [4] - Fu in questo mese carcerato in Genova dall’Inquisitori di Stato Mario Spinola che doppo qualche giorni fu lasciato libero.

16 [5] - (149 v.) Il primo d’aprile, sendo prigione nelle carceri di Sestri, Gio Battista Saluzzo q. Gio di Groppo, villa della Spezia, uno de 4 ladri che rubarono la capella di Nostra Signora nella chiesa di Santa Maria Incoronata et confessò il delitto, per sentenza di Geronimo Lercaro, Capitano di quel luogo, impiccato dal castello della Colombara, accompagnato dalla compagnia de morti d’esso luogo.

17 - In detto dì parte per Milano il Duca d’Alcalà, sendo dimorato per qualche mese in San Pier d’Arena spezato dal Publico ad Ottaggio.

18[6] - Li eremiti che l’anno avanti furono carcerati dal Padre Inquisitore si intende che fussero sette e che fusse per terminarsi il loro processo, onde 4 riceverebbero pena grave e che alcuni ponessero il summum bonum ne piaceri di Venere.

19 - L’aprile s’intende che il Marchese di Leganes, Governatore di Milano, per ordine del Re Cattolico habbi fatto decreto che 44 nobili genovesi, primarii per gratificatione della devotione loro verso la Corona di Spagna, fussero preferiti alli altri nelle essigenze de redditi c’havevano in quel Stato. Cagionò tale decreto qualche alteratione nella nobiltà per considerarsi che potesse essere artificio di divisione, di che avertito quel Governatore l’annullò.[7]

20[8] - La notte seguente all’ultimo d’aprile muore in Sestri prete Gio Battista Casatroia, che per lo corso di 52 anni amministrò quella cura parrochiale e per suo ultimo testamento, rogato da Gio Battista Costo, lasciò sopra i Monti di Roma £. 600 di reddito annuo, per mettà da dispensarsi a poveri della Parrochia del luogo sudetto e l’altra a prete Gasparo Carabella, Rettore della chiesa parrochiale delle ville d’esso luogo durante sua vita e poi da dispensarsi a poveri di esse ville.

21 - Li 11 di maggio si sbarcorono in San Pier d’Arena 700 soldati condotti con barche da Livorno, mandati dal Gran Duca di Toscana per servigio del Re Cattolico nella Lombardia.

22 - Nello stesso giorno, venendo di Spagna con passaggio di galee, giunge in Genova il Duca di Medina della Torre, che passava a Napoli con titolo di Viceré di quel Regno per sposare la Prencipessa di Stigliano. Alloggiato dal Prencipe Doria, parte tosto.

23 - Li 14 Gio Battista Pastori, Secretario del Senato, passa a Savignone per ordine publico a prender il possesso a nome della Republica di una quarta parte di quel (150 r.) luogo, compra da essa Republica per scuti 38.000 d’oro dal Prencipe Doria, che l’haveva acquistata da Ugone Fiesco, che la vendè a suo nome et ad altri nomi ed essa Republica ne haveva ricevuta investitura dall’Imperadore. Riceve esso Pastori il giuramento della fedeltà da quel popolo a nome della Republica.

24 - Li 22 di giugno giunge in Sestri il Cardinale Gio Domenico Spinola. Veniva dalla sua chiesa di Sarzana per dimorare qualche tempo col Signor Gio Lucca suo fratello, Capitano d’esso luogo.

25 - Li 21 giunge in Genova Gio Battista Lazagna, Dottor di leggi, lasciata la carrica che teneva in Roma d’Agente della Republica.

26 - In questi dì si penetra che il Duca d’Alcalà, comparso di nuovo in Genova, habbi fatta richiesta al Senato a nome del Re Cattolico che gli sia concesso di tenere un’armata nel Golfo della Spezia di galee per resistere, bisognando, ad una armata francese che Spagnuoli pretendevano che si andasse preparando e pare che tale richiesta gli si denegasse.

27 - Li 24 compare in Voltri con poche persone, incognite, venendo di Nizza della Paglia, Odoardo Duca di Parma, onde, dopo d’havervi pranzato all’ostaria, accorda un liuto perché il conduchi a Lerice e si parte. Non tocca a Genova.

28 - Dal Magistrato della Sanità si vieta il traffico della città e distretto di Genova infetto di contagione di peste.

29 - Li 30 Don Carlo Doria Duca di Tursi ritorna dall’isole di Sant’Honorato e Santa Margarita collo stuolo delle galee che dimorava collà e in Sant’Andrea di Sestri sbarca la fantaria che passava nella Lombardia.

30 - In questo mese muore nella città di Marsiglia Gio Tomaso Maggiolo, uno de congiurati, compagno di Giulio Cesare Vacchero.

31 [9] - Li 5 di marzo il Pontefice Urbano concede indulgenza plenaria da durare per 7 anni venturi alla chiesa di Sant’Oberto per lo giorno del Santo che si celebra la seconda domenica di luglio.

32 - Li 9, 10, 11 luglio entrano nel porto di Genova 22 galee delli stuoli di (150 v.) Spagna, Napoli e Sicilia e Genova con fantaria che sbarcano a San Pier d’Arena per Lombardia.[10]

33 - Li 12 vien nuova che il Duca di Parma habbi preso il castello del luogo di San Steffano non la terra del Prencipe Doria per trattato. Segue poi in far danni di fuogo ad altri villaggi di quel Prencipe.

34 - Li 13 in questa chiesa segue il battesimo di Gio Battista Urbano, figlio di Gio Carlo Pastori, figlio di Gio Battista, Dottor di leggi e Secretario del Senato, favorito da 4 Senatori che furono: Nicolò Pallavicino q. Steffano, Luiggi Centurione, Nicolò Pallavicino q. Tomaso e Pantaleo Balbi ed altra nobiltà. Urbano Senarega il tiene al sacro fonte.

35 - Li 15 parte per Spagna con lo stuolo di quelle galee la Prencipessa di Carignano, moglie del Prencipe Tomaso di Savoia, con la moglie del Duca d’Alcalà.

36 - Li 16 sbarcano in San Pier d’Arena 350 cavalli condotti di Napoli che passavano in Lombardia per servigio del Re Cattolico.

37 - Li 19 si vede nell’alto del mare armata di galeoni e navi del Re Cattolico posta insieme nel porto di Napoli che passava in Vado.

38 - Nella fine di esso mese il Magistrato della Sanità dà bando a Ceva et altri luoghi del Monferrato infetti di peste.

39 - Li 27 in Genova si publica il giubileo universale per la prima e seconda settimana ventura concesso dal Pontefice per la prottetione e diffesa della fede, che per ordine di Roma si proroga la terza settimana. Dato li 11 di questo ad divinam opem implorandam.

40 - Nella mettà di questo mese Don Carlo Doria Duca di Tursi passa di nuovo nella Provenza.

41 - La notte de 2 di agosto si fugge dalle finestre delle carceri della Torre del Palaggio in Genova Bartomelino Sartore, condannato in vita in esse carceri. Si ruppe la fune per la quale si calava da essa finestra. Cadde e si maltratta fieramente, restò immobile per terra. Fu di nuovo fatto priggione e si risana.

42 - Circa la fine del mese di giugno si scuopre in Genova che fussero state rubbate a poco a poco circa 6.000 barili d’olio dal suo Magistrato per opera de suoi ministri, alcuni de quali sendo absenti furono condannati di forca.

43 Li 6 e 7 d’agosto passano per terra nella Riviera di Ponente, caminando (151 r.) verso Genova alla sfillata, compagnie di Francesi che passavano a servire il Duca di Parma con licenza della Republica sendo disarmati fuorché della spada.

44[11] - Monsignor di Sobrano per parte del suo Re haveva fatta richiesta alla Republica (non mi è chiaro il tempo) della commodità de suoi porti per una armata di mare che si doveva congiongere con la squadra di galee e navigli di Provenza che, per quanto s’intese, gli furono concesse.

45 - Li 8 parte di Genova Alessandro Saoli, figlio di Paolo, Ambasciatore al Duca di Parma, si disse perché si contentasse che essa si fraponesse per agiustamento tra esso et il Prencipe Doria e perché si ... dal pensiero che haveva di fortificare certo confino tra esso e la Republica sudetta. Fu al Saoli negato il passo dal Cardinale Triultio, armato in quelle parti a favore del Re Cattolico, onde si ritorna adietro.[12]

46 - In questo mese di agosto la Republica crea 40 [13] capitani nobili dando a ciascheduno un alfiere e dieci nobili e 60 soldati a lor scelta della città per li bisogni publichi.[14]

47 - Si dà fine all’acquedotto dell’acqua di Calzuolo.

48 - Gio Lucca Spinola, Capitano di Sestri, fa discrittione delle genti da guerra della sua giurisditione e fa scelti provedendoli d’armi. Questo ordine fu generale a Giusdicenti di tutto il Dominio.

49 - Don Carlo Doria è ascritto nella nobiltà di Savona.

50 - Li 22 il Magistrato della Sanità sospende per tempo Milano e suo distretto per sospetto di peste.[15]

51 - Nella fine di esso mese Gio Lucca Spinola, Capitano di Sestri, ordina a Rettori delle chiese che dovessero dar fine alle descrittioni delle genti che si ritrovavano nelle loro Parrochie, publicato il Natale dell’anno avanti, che si dovesse per ordine publico presentare a lui. E nella Parrochia di Moltedo si ritrovò essere li huomini da 17 in 70 anni 138, li vecchi oltre li 70 numero 15, giovani sino al 17 e putti 115, donne maritate e vedove 113, donzelle 175. In tutto i maschi 268 e le femine 288 che insieme sommano 556.

52 [16] - S’intende che nel principio di questo mese d’agosto sii gionta nella (151 v.) Provenza un’armata di navi tramontane di varii nomi, in numero oltre 60, chiamata dal Re di Francia, commandata dal Conte di Horcourt, perciò nella fine dello mese stesso si era posta di nuovo insieme l’armata cattolica di galee e galeoni che passava in Vado. Quest’armate, per trascorso della cattolica che si mosse più volte da quel posto due volte senza forma di battaglia, hebbero leggiere scaramuccie con danno di oltre 20 persone della cattolica che haveva seco unito 6 galee del Gran Duca di Toscana et ne principii di settembre, essendo la cattolica in Monaco, la tramontana aggionta da altri navigli francesi e di 12 galee si ritirò in Vado. Quivi il Senato mandò suo ambasciatore Lucca Giustiniano, li 16, a rallegrarsi con l’Armirante di essa e con due prelati consiglieri, l’Arcivescovo di Bordeus et il Vescovo di Nantes che seco erano, della loro gionta con salute e significarli che restava offesa che non havesse salutata la fortezza e che ne suoi mari havesse presi due navigli spagnuoli, i quali per raggione doveva lasciare, così havendo fatto l’armata spagnuola di altri presi a Francesi, a sua richiesta.[17]

53 - Li 3 settembre il Cardinale Gio Domenico Spinola parte di Sestri per la sua chiesa.

54 - Li 12 il Senato ordina alle militie scielte delle due valli che sentendo di notte un tiro d’artaglieria corrino armate alle mura della città per provare la loro ubbidienza. La notte fa sparare et a furia, senza distintione, con molta lor lode corrono.[18]

55 - Alcuni mesi di prima il Publico haveva venduto per utilitare la Republica a Lucca Assarino et ad Ampeggi Chiazzo, per scuti 4.000 d’argento l’anno per anni, l’utile che essi proponevano di cavare dal proveder la darsina de camalli per traghettare i vini che vi concessero con accordare essi camalli a meno prezzo di quello che erano soliti di ricevere, perché lo sopra più spettasse a loro con qualche moderatione, per esser dall’uso hoggi mai esso prezzo fatto rigoroso. Per onde i camalli uniti fra sé risolsero di non essercitare quel mestiere che cagionò danno a compratori et incommodo generale per mancar la città di quella servitù.

56 - Nella fine d’agosto s’intende che in Roma, ne luoghi soliti, siino stati affissi monitorii pontificii con pena di scommunica contro il Duca di Parma et Prencipe Doria (152 r.) se fra determinato tempo l’uno non si astenesse dalla lega che haveva con Prencipi francesi e l’altro non restituiva il borgo di Valdetaro ad esso Duca di Parma, pretendendo il Pontefice che fosse membra di quel Ducato.

57 - Sestrini han danno di 200 barili d’olio e più che mandavano nella Lombardia, preso loro da ministri del Capitaneato di Polcevera perché frodavano gravezze dell’estratione. In quest’estate.

58 - Li 20 di decembre o poco doppo, si chiudono molte porte di Genova, così di terra come di mare, con muro. Di notte si fanno dilligenze per ronde da scelti per la città e si pone artaglieria e guardie a posti delle nuove mura e li 21 in particolare del Capitaneato di Sestri.

59 - In questo dì 23 armata spagnuola compare sopra San Pier d’Arena e si ferma in bocca di porto. Dà segno espresso d’entrare e dal Publico gli è intimato che si parta altrimente che riceverà incontro. Si parte ritornando nella Riviera di Ponente col mare turbato, capo Duca di Ferandina. Detto dì armata francese parte di Vado e cammina verso Ponente. Era di 100, o più o meno, tra galeoni, navi grosse e minori galee et altri piccoli navigli. L’Armirante haveva nella poppa questo motto: Crescunt lilia per cento.

60 - Li 26 di settembre il Gran Consiglio determina che coloro che fussero debitori al Publico non fussero capaci di magistrati né di carico alcuno senza dar sodisfatione.

61 - Passa tassa di 3/2 per 100 nel modo che nel mese di marzo fece di 1/3 da unirsi per le circostanze a quella. Un presidente al Magistrato dell’Oleo.

62 - Li 27 armata cattolica ritorna sopra Genova per tempo grosso. Dal Publico gli è data per la mettà luogo nel porto, sendo l’altra ritornata adietro perché non riceva danno, sino che il mare si renda quieto. Era l’armata francese nella fossa di Arassi e 12 navi d’essa che vellegiavano, nel passare la cattolica verso Genova, le si spiccarono dietro e le sparano bombarde. Ne riceve danno.

63 - Li 27 sono in Genova ascritti nella nobiltà due fratelli Raimondi di Savona, cioè Francesco, che fu Chierico della Camera Appostolica e Marcello.

64 - Monsieur di Sobrano per decreto del Senato fu bandito in questi dì dal Palagio Publico.

65 - (152 v.) Li 29 il rimanente della armata cattolica è ricevuta nel porto di Genova. Era in tutto 44 galee, delle quali 19 partono li 2 ottobre verso Ponente per le isole. Era in tutto mal proveduta di viveri e de soldati, morti per li pattimenti e fugiti, sì che si diceva che apena vi fossero restate genti per 30 galee.

66 - Ne giorni di prima non mancò la Republica di ritrovarsi in qualche angustie. Don Francesco di Melo, ministro cattolico, per ordine del suo Re, pretende con scritto e di persona, poiché essa per antica adherenza colla Corona di Spagna dovesse correre le sue fortune, così portando seco le conseguenze d’essa aderenza, perciò dichiararsi nemica della Corona di Francia e ricevere l’armata cattolica nel porto di Genova. E pare che questa pretensione fosse fondata di certa lettera scritta al Re Cattolico Don Filippo II, ch’essa tutto che fosse stata seco d’accordo di non dar luogo a navigli soggetti alla sua Corona nel porto sudetto che con genti d’armi vi giungessero, come in atto ab antiquo si pratticava. Perciò, come si è notato di sopra, volendo entrare l’armata sotto questo titolo non fu permesso, onde se vi fu ricevuta doppo, seguì perché, mancata la pretensione sudetta, il Duca di Ferandina il ricercò per gratia e l’ottenne fuggendo l’armata nemica che dessignava di chiuderla nel porto di Vado. Nel qual caso, se fosse seguito, il castellano di quella fortezza hebbe ordine dal Publico di diffendere l’armata cattolica e si può credere che tale ordine fosse ancora reciproco e per lo danno et incontro ricevuto dalla nemica armata, fugendo ancora il porto di Vado et il mare irrato. Concesse ancora essa Republica per servitio d’essa armata che in Genova il Marchese di Villafranca comprasse mine 900 di grani, sendone neccesità estrema per fabricarne biscotti che si fabricarno a Peggi. Dall’altra parte Monsieur di Sobrano fecce instanza alla Republica che ricevesse pure nel porto di Genova l’armata del suo Re e per esserli ciò negato mina[ccia]va lo sdegno d’esso suo Re, dal quale significava di presto aspettar ordine per denontiarle la guerra per mali sodisfationi ricevute, onde perciò fu di Palaggio bandito per negotiare con poco rispetto della Maestà Publica. Queste pratiche passarono così secrete che apena se n’hebbe questa breve notitia. Li 7 ottobre quella parte dell’armata cattolica che li 2 partì dal porto di Genova e passò nella Provenza per portar provigione alli forti delle due isole, ritorna doppo d’haverlo dato. Si ferma in bocca del porto. Parte li 10.

67 - (153 r.) Si formano 4 compagnie in Genova di soldati stipendiati sotto 4 capitani nobili in questi giorni.

68 - Armata francese nella Provenza sbarca qualche fanteria che passa a Lione per ordine del Re di Francia. È condotto a Pariggi il Vescovo di Nantes incolpato di mala amministratione della moneta reggia.

69 - Li 15 ottobre il Duca di Ferandina che alloggiava in galea dissimula le instanze fattele fare dal Senato perché colle galee rimaste nel porto si parta. Et alle porte di mare erano per ordine publico fatte straordinarie dilligenze perché non entrassero genti delle galee nella città e non uscissero rinfreschi benché minimi per esse galee per accelerare la loro partenza. Parte però la notte de 15 ottobre con lasciar nel porto alcune poche galee inermi per mancamento di chiurma posta per rinforzo delle altre. Passa in Vado et a Savona, ove l’altra parte dell’armata l’aspettava. Con questo mancano le dilligenze nella città.

70 - Li 20 ottobre una nave tramontana nolleggiata da Signori Lomellini, patroni di Tabarca, ritornando a Genova da quell’isola con mine 4.000 di grano et altre cose dà a Villafranca per trar aqua. Qui ritrova parte dell’armata di Francia con l’Armirante che vuole intendere dello stato d’essa dal capitano. Dà ordine che il grano, che diceva d’haverne bisogno, si scarrichi. Fra tanto, ritornato il capitano della nave et officiali fanno voto a Nostra Signora di Misericordia di Savona e del Carmine e di repente una nuvola diede poca acqua e suscitò un vento favorevole, con che fatti vela si fuggono conducendo la nave salva nel porto con dellusione dell’Armirante.

71 - Notte del primo di novembre vengono grand’aque dal cielo e con impeto danno a terra la porta di Carbonara della città con danno grande della contrata del Carmine. Nella Dogana le mercantie restano a nuoto e per la Polcevera seguono danni di rilievo.

72 - Li 2 novembre comparve in Genova venendo di Roma Monsieur della Novaglia, Ambasciatore francese. Passava nella Francia. Fu allogiato dal Publico in casa di Domenico Cattaneo. Visita i Colleggi.

73 - In questi giorni il Magistrato della Sanità suspende Finaro per un mese per tema di contagione di peste.

74 - Li 3 d’agosto, domenica, nella chiesa di San Francesco di Genova, quei religiosi con (153 v.) occasione di fabrica ritrovarono i corpi de Beati Berlengiero di Monte Accuto e Bonifacio da Viperdo nella capella de Santi Innocenti, sendo incerti del luogo particolare in essa ove erano sepeliti sino nell’anno 1290, nel qual anno passarono al Signore. Di questa inventione fu con solenne festa, portandoli per la città in processione, nella quale convenero i religiosi non solo di quel monastero ma dell’ordine tutto.

75 - Nel mese d’ottobre, per le gran pioggie, l’acqua di Bisagno fa qualche danni. In esso una lavandara trova a caso una pugnatta ben turrata. Crede che sia un sasso. Trova che pesa oltre il naturale. Ne batte per terra e ritrova esser piena di medaglie d’argento antiche romane che partirono le lavandare tra di loro. Sarra stata questa pugnatta condotta dall’acqua e scavata in quella valle.

76 - Li 29 di novembre le militie scielte di Peggi e Multedo, in numero di 200, la prima volta sono mandate a far la guardia al posto di tramontana delle nove mura della città per tre giorni, come in Savona di fare le altre di questo Capitaniato, nel qual caso erano proveduti di poca razione dal Publico.

77 - Li 3 di decembre da Maggior Consiglio in Genova è eletto Governatore di Corsica Gio Battista Lazagna.

78 - Li 8 detto Gio Battista Pastori, Secretario della Republica, passa a Campo a ricevere il possesso della mettà d’esso luogo, compra dalla Republica per £. 150.000 oltre li benli [sic] lodiali da Francesco Maria e Gio Battista Spinoli q. Francesco.

79 - Li 19 si scuopre esser stato rubato il calice dell’Oratorio del luogo o sia della Cazaccia di Multedo. Si fa perciò dilligenze del Capitano di Sestri.

80 - Li 21 le galee dell’armata cattolica ritornano nel porto di Genova mal ad ordine, al possibile, per esservi morte in gran parte le chiurme da pattimenti di fame e d’infirmità, fugiti i marinari e per lo più la soldatesca. Erasi l’armata francese ritirata in Livorno ne porti della Provenza. Li 28 li stuoli delle galee dell’armata cattolica si partono di Genova ritirandosi alle loro stanze.

81 - Le pioggie comminciate ne principii d’ottobre continuano per tutto decembre.

82 - Li 23 decembre il Pontefice accetta la resignatione fatta in sua mano dal Cardinale Gio Domenico Spinola del suo Vescovato di Sarzana e li confere il Vescovato di Massara nella Sicilia, al quale era stato nominato per avanti dal Re (154 r.) Cattolico, onde esso Cardinale ne manda a prender il possesso nella fine di questo mese.

83 - Li 22 decembre in Vienna d’Austria fu dalli lettori imperiali creato Re de Romani Ferdinando III, figlio dell’Imperadore Ferdinando vivente, onde il padre et il figlio, nello stesso giorno d’essa creatione, per loro lettere danno di ciò notitia a Prencipi et in particolare alla Republica Genovese che risponde loro li 16 genaro del seguente anno.




1635 * 1637 * inizio pagina


[1] Coeuvres.

[2] Manca in B.

[3] Manca in B.

[4] Manca in B.

[5] Manca in B.

[6] Manca in B.

[7] In B segue: “S’intende che il Cardinale Gio Domenico Spinola, Vescovo di Sarzana, sia stato fatto Vescovo di Masara in Sicilia”.

[8] Manca in B.

[9] Manca in B.

[10] In B segue: “Li 28 [luglio], festa di Santi Nazario e Celso, si fa una bellissima festa di ballo in Pegli su la piazza della Villa del Signor Bartolomeo Lomellino con assistenza di gran numero di dame condottevi da Cornigliano dalla Signora sua moglie”.

[11] Manca in B.

[12] In B segue: “S’intende che nel principio di questo mese [agosto] sia giunto nel Porto dell’isola di Heres armata olandese di 65 galeoni ad instanza del Re di Francia”.

[13] B (correttamente): “quattro”.

[14] In B segue: “Il giubileo per ordine del Pontefice prorogato in Genova”.

[15] In B segue: “Alla fine di esso mese [agosto] si pone insieme un’armata delli stuoli delle galere del Re Cattolico, numero ... galere et ... galeoni e navigli minori in Vado. Il Gran Duca di Toscana dà per questo effetto cinque sue galere per serviggio d’essa armata”.

[16] Manca in B.

[17] In B segue: “Li 12 [settembre] vien nuova che alcune galere dell’armata Cattolica si siano attaccate a battaglia con navi nemiche con danno della Capitana di Firenze”.

[18] Qui terminano BDF.


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