Carlo Cabella, Agostino Schiaffino: 1a, 1b, 1c, 1d

Schiaffino storiografo




Se la missione sacerdotale ed il cimento poetico rappresentano elementi non secondari nella vicenda di padre Schiaffino, l'interesse storiografico rimane senza dubbio dominante.[1] L'opera di Agostino Schiaffino in questo campo è rimasta però largamente incompiuta poiché - come già sostiene l'antico biografo Michele Giustiniani - "aveva copiosissime scritture e notizie in ordine a tanta onorata fatica, ma, prevenuto dalla morte, ha lasciato le memorie de lunghi sudori imperfette, in termine però che ogni studioso potrà valersene per formare l'historia ecclesiastica in particolare della sua Patria".[2]
Proporre un inventario delle opere di Agostino Schiaffino significa percorrere il cammino che conduce direttamente alle Memorie. Sono conservati presso la Biblioteca Berio di Genova una serie di manoscritti, attribuiti allo Schiaffino, dei quali vale la pena dar conto:

ms. XIV.2.12 - Santi e beati liguri, cartaceo del XVII secolo, scritto in gran parte in latino, con cancellature e postille marginali della stessa mano, in cattive condizioni e, come i seguenti, difficilmente leggibile.[3]

ms. XIV.2.13 - Vescovi, arcivescovi, cardinali, pontefici e religiosi liguri. Come il precedente contiene una grande quantità di notizie sulla diffusione della cristianità in Liguria attraverso una rassegna dei personaggi più importanti.[4]

ms. XIV.2.14 - Conventi, Monasteri, Chiese e Ordini Religiosi in Liguria e altre cose riguardanti passaggi di pontefici, reliquie e privilegi. Contiene notizie sparse sugli argomenti del titolo partendo dall'epoca altomedievale.[5]

ms. XIV.5.15 - Miscellanea storica e di storia genovese. Si tratta d'un manoscritto cartaceo del XVII secolo di 533 pagine, contiene notizie storiche concernenti il mondo antico e il medioev.[6]

Questi quattro manoscritti hanno molte caratteristiche in comune: prima di tutto la stessa grafia e l'attribuzione autografa, pur con qualche dubbio, a padre Schiaffino,[7] la stessa provenienza [8] e un identico formato. Questi elementi possono far pensare ad un percorso comune delle quattro opere e ci inducono a ipotizzare che non si tratti di studi autonomi, ma di una serie di repertori di notizie propedeutici alla stesura dei primi tre tomi degli Annali ecclesiastici della Liguria. Notiamo infatti una contaminazione costante tra i manoscritti e la prima parte degli Annali, la cui composizione dovrebbe occupare un lungo periodo che giunge sino all'estate del '32. Sul piatto anteriore del manoscritto XIV.2.12 si legge

il molto Reverendo Padre Fra Agostino Schiaffino di Monte Oliveto donò questo libro a dì 16 settembre 1632 all'abate Pastori.[9]

L'ipotesi più probabile è che una volta terminata la stesura dei primi tre tomi degli Annali lo Schiaffino doni a Gio Giacomo Pastori il volume (o i volumi) sui quali pazientemente ha accumulato migliaia di appunti. Gli Annali sono un'opera ponderosa. Ne esistono due copie complete, una presso la Biblioteca Berio [10] e l'altra presso l'Universitaria di Genova.[11] I cinque tomi che la compongono contengono una enorme quantità di notizie sparse nell'arco di tempo che va dal 45 al 1644.[12] La scarsa compattezza dell'opera ha attirato critiche severe sull'autore, accusato per altro anche di eccessiva credulità, di indulgenza verso le superstizioni, di scarsa verifica delle fonti citate.[13] Nel quarto e nel quinto tomo degli Annali l'epoca trattata è la stessa delle Memorie di Genova.[14] La loro composizione dovrebbe collocarsi nell'ultimo quindicennio della vita di Agostino Schiaffino, che nell'introduzione al quarto tomo si dice "scosso per numero d'anni". Tra Annali e Memorie esiste una contaminazione continua.

 
Memorie [1600:]
Del mese di decembre Maria, figliuola del Gran Duca Francesco dei Medici di Toscana, passa per mare nella Francia al re Henrico IV, suo sposo, con stuolo numeroso di galere sul Genovesato. Tocca a Portofino et in Savona, ove fece qualche dimora per il tristo tempo, rifiuta le spese che in quelli luoghi gli sono offerte dal Senato, né accetta suoi doni.[15]

Annali ecclesiastici
Seguì in questo tempo il maritaggio del Re Henrico suddetto con Maria de' Medici, figliuola di Francesco Gran Duca di Toscana, che passò al suo nuovo sposo con stuolo numeroso di galee, del mese di decembre, nella Liguria. Arrivò alla riva di Portofino et a Savona, ove fece qualche dimora per lo tempo tristo, rifiutando i doni e le offerte che le fece la Republica.[16]
Memorie [1625, 10:]
In questo giorno in Genova, ad hora di terza, segue alteratione per una falsa voce sparsa d'improvviso che il campo nemico fusse comparso alle mura di San Tomaso, correndovi a furia il popolo armato per diffesa.
Annali ecclesiastici
Li 25 di maggio seguono in Genova improvise alterationi per una falsa nuova o voce che si sparse che'l campo nemico fusse comparso alla Porta di San Tomaso, correndovi a furia il popolo armato per difesa.[17]
Memorie [1644, 32:]
Comparvero innumerabili annimaletti dell'aria della forma delle lucciole che facevano danno a nuovi brossi delle viti e da Rettor de Peggi e Sestri e Multedo furono per le ville maledetti. E li 19 e 20 di questo mese con processioni scacciati.
Annali ecclesiastici
Nel mese poi di maggio comparvero nell'aria innumerabili animaletti dalla forma delle lucciole che fecero danni a nuovi pampini delle viti, et essendo maledetti da Rettori della Chiesa della Diocesi si dileguarono.[18]

Tutto lascia pensare che il testo delle Memorie altro non fosse che un repertorio di notizie propedeutico alla stesura degli ultimi due tomi degli Annali, proprio come i quattro manoscritti beriani, dei quali abbiamo dato conto più sopra, hanno costituito una sorta di scartafaccio per i primi tre tomi. Resta il fatto che, se Agostino Schiaffino non aveva la pretesa coi suoi appunti, come qualcuno ha affermato,[19] di scrivere una Storia di Genova, l'opera, con tutta le sue incompletezze e disorganicità, ha conosciuto una discreta fortuna e ha costituito un prezioso serbatoio di informazioni al quale hanno attinto in abbondanza gli annalisti successivi.[20]


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[1] È documentato ad esempio il carteggio con N. C. Peiresc. Interpellato quale cultore di storia genovese, Schiaffino fornì all'erudito francese notizie sulla genealogia di famiglie nobili della città e un dettagliato elenco di annalisti genovesi: C. Rizza, Peiresc e l'Italia, Giappichelli, Torino, 1965, pp. 151, 153, 154, 294.

[2] M. Giustiniani, Gli scrittori ligustici, p. 35.

[3] BCB, ms. XIV.2.12, mm. 220 x 150, pp. 518, numerazione originale a penna in alto a destra, legatura in cartone e dorso in pergamena.

[4] BCB, ms. XIV.2.13, cartaceo del secolo XVII, mm. 220 x 150, pp. 486, numerazione originale a penna, scrittura minuscola corsiva, legatura in cartone, dorso in pergamena.

[5] BCB, ms. XIV.2.14, cartaceo del secolo XVII, mm. 220 x 150, pp. 594, da p. 85 a p. 594 numerazione originale a penna in alto a destra, legatura in pergamena molle.

[6] BCB, ms. XIV.2.15, mm. 220 x 150, numerazione originale in alto a destra, scrittura minuscola corsiva, cancellature e aggiunte marginali, nella parte finale aggiunte d'altra mano, legatura in pergamena.

[7] Cfr. A. Olivieri, Carte e cronache manoscritte per la storia genovese esistenti nella Biblioteca della Regia Università ligure, Genova, Tip. Sordomuti, 1855, p. 221.

[8] Biblioteca Fabio Pallavicino, dono Arese, luglio 1976.

[9] Si tratta di Gio Giacomo Pastori che proprio nel 1632 divenne titolare dell'abbazia di San Bartolomeo del Fossato a Sampierdarena, restando in quella carica sino al 1638, quando la rassegnò al prete Bartolomeo Pensa (Memorie di Genova, 1632, 11; 1635, 36; 1638, 25). Questo dono è una testimonianza dei legami tra lo Schiaffino e la famiglia Pastori di cui parleremo più avanti.

[10] Cfr. BCB, mss. II.3.1-5 corrispondenti ai cinque tomi degli Annali. Sono tutti cartacei del secolo XVIII, mm. 365 x 250, un'edizione molto curata sotto l'aspetto estetico, con titoli in lettere rosse entro fregi acquarellati a fiori e volute a più colori sormontate da corone con gigli che reggono gli stemmi di Genova. Il tomo I è di 603 pp., il II 842, il III 943, il IV 553 ed il V 601. Rilegature pergamenacee del XIX secolo. La Berio possiede anche un altro manoscritto, R.X.3.24, Annali ecclesiastici della Liguria del Molto Reverendo Padre Agostino Schiaffino, Genovese, tomo I, cartaceo del XVII secolo, mm. 320 x 220, cc. 99, rilegatura del tempo, guasta.

[11] I cinque manoscritti della BUG, B.VI.1-5, sono meno curati nell'estetica e in condizioni peggiori rispetto alla copia beriana. L'inchiostro scolorito in vaste zone del testo rende difficoltosa la consultazione.

[12] Sia A. Cappellini, Dizionario biografico, p. 220, che G.B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, vol V, p. 19, indicano erroneamente il 1642 come termine dell'ultimo tomo degli Annali.

[13] Ancora G.B. Spotorno, ibid., afferma: "benché non si possa negare che, mancandogli nei secoli antichi le notizie particolari delle Chiese Liguri, non abbia riempiuto l'opera sua di memorie civili e profane tolte dalla storia della città e Chiesa Romana, che si avevano in altri libri notissimi. Che poi non dimostri sempre quella critica severa, che è il precipuo argomento della Storia, specialmente ecclesiastica, vuolsi ciò attribuire all'infelicità del secolo anziché darne colpa all'autore. Intanto egli sarà sempre, per le notizie sacre della Liguria, quasi vasto magazzino in cui merci preziose e grossolane e mediocri si veggono radunate a servigio di coloro che volessero applicarsi a scrivere la Liguria Sacra".

[14] Il quarto tomo giunge al 1630, il quinto copre il periodo che va dal 1631 al 1644.

[15] BCB, ms. B.VI.5.20., c. 89 r.

[16] BCB, ms. II.3.4., p. 322.

[17] BCB, ms. II.3.4., p. 462.

[18] BCB, ms. II.3.5., p. 301

[19] G.B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, V, p. 19: "lasciò manoscritta la Storia di Genova cui non potè dar compimento". Cfr. R. Soprani, Li scrittori della Liguria, p. 9: "scrisse ancora un libro delle Historie di Genova che restò, per la sua morte, non totalmente compiuto".

[20] F.M. Accinelli, Compendio delle Storie di Genova dalla sua fondazione all'anno 1750, p. 176, cita lo Schiaffino quale fonte di molte notizie. Vedi pure gli Annali di Genova dall'anno 1600 al 1700 cavati da manoscritti del Schiaffino e del canonico Ottonelli e Roccatagliata, BUG, ms. G.VII.4. Si può avanzare l'ipotesi che il Casoni stesso debba molto, come fonte diretta o indiretta, alle opere del nostro personaggio.



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Agostino Schiaffino

Memorie di Genova
(1624-1647)

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Indice
Abbreviazioni
Criteri di edizione
Indice dei nomi


Carlo Cabella
Introduzione
1a 1b 1c 1d
2a 2b 2c 2d 2e


Agostino Schiaffino
Memorie di Genova
1624 1625 1626
1627 1628 1629
1630 1631 1632
1633 1634 1635
1636 1637 1638
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