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Opposte propagande a1 a2 a3 a4 a5 a6 a7 I neutrali: Napoli e gli aiuti non dovuti L’ultimo scritto che mi pare valga la pena di segnalare è la Risposta circa gli aiuti che i Barberini domandano al Re Cattolico per il Feudo del regno di Napoli a nome della Sede Apostolica.[1] Il suo principale obbiettivo era di escludere che da parte di Napoli e della Spagna esistesse un qualsiasi obbligo di aiutare il Pontefice in difficoltà. Un obbligo del genere non esisteva né «per contratto o mutua obligatione», né «per benefitii ricevuti» (l’elenco dei motivi che avevano gli Spagnoli di dolersi di Urbano VIII occupa circa un quinto dello scritto), né «per convenienze particolari». Qui, però, la Risposta interessa soprattutto come uno dei testi in cui più recisamente venivano sostenute tanto la tesi della guerra di Castro come guerra assolutamente privata – e “guerra per capriccio”, formula destinata a qualche fortuna – dei Barberini: «se da se soli hanno cominciato la guerra, che è assolutamente loro propria, così è giusto e ragionevole che eglino cavino prima fuori e spendano il gran denaro che hanno in serbo […]. Chi poi ha cominciato la guerra per capriccio, attenda a finirla a suo costo» quanto quella secondo cui qualsiasi
guerra tra potentati italiani (ma la Spagna non era un potentato
“straniero”) si sarebbe configurata come guerra civile.
«Al Re [Cattolico] importa la quiete d’Italia, alli Francesi le rotture. Chi non sa l’industrie loro per mettere l’armi in mano alli Potentati italiani e farvi nascere una guerra civile? L’istesso accomodamento di Castro da loro governato con tante varietà, hora tardi hora con vehemenza sino alla irreconciliatione e rottura ultima, basta per dimostrarlo…». Ma, al di là dei Barberini e di Papa Urbano, e proprio in relazione agli equilibri interni del sistema italiano, era il Papato stesso che, facendosi, con i suoi meccanismi di promozione, motore incontrollato di fortune improvvise e di ascese immeritate, rimetteva continuamente in discussione gerarchie di potere e di prestigio a mala pena consolidate, costituendo così una minaccia per tutti, una fonte permanente di instabilità: «se chi non vuole lasciarsi spogliare del suo dalli Nepoti de Papi, da una continua felicità inalzati a smoderate et ingiuste speranze, e dagl’istessi Papi ancora, si ha da chiamare nemico della Sede Apostolica, tutti saremo nemici». Il che sarebbe ben potuto diventare il grido di guerra della Lega, se la prudenza non avesse indotto i Principi a nascondere sotto l’odio presunto per i Barberini il fastidio reale per il ruolo egemonico del Papato nel sistema degli Stati italiani. [1] Incipit: “È più chiaro della luce del sole…”. Cito per comodità da una copia in mio possesso ed ora conservata in BCB. |
Claudio Costantini Fazione Urbana * Indice Premessa Indice dei nomi Criteri di trascrizione Abbreviazioni Opere citate Incipit Fine di pontificato 1a 1b 1c 1d 1e 1f 1g 1h 1i 1l 1m Caduta e fuga 2a 2b 2c 2d 2e 2f 2g 2h Ritorno in armi 3a 3b 3c 3d 3e 3f 3g 3h 3i APPENDICI 1 Guerre di scrittura indici Opposte propagande a1 a2 a3 a4 a5 a6 a7 Micanzio b1 b2 b3 b4 b5 Vittorino Siri c1 c2 c3 c4 2 Scritture di conclave indici Il maggior negotio... d1 d2 d3 d4 d5 d6 d7 Scrittori di stadere e1 e2 e3 A colpi di conclavi f1 f2 f3 f4 f5 f6 3 La giusta statera indici Un'impudente satira g1 g2 g3 g4 g5 L'edizione di Amsterdam Biografie mancanti nella stampa 4 Cantiere Urbano indici Lucrezia Barberini h1 h2 Alberto Morone i1 i2a i2b i2c i2d i2e i2f i2g i2h i3 i4 Malatesta Albani l1 l2 * * quaderni.net |